Dato che i primi abitanti dell’Italia furono romagnoli diamoci da fare!

Dato che i primi abitanti dell’Italia furono romagnoli diamoci da fare!

Redazione Romagna Futura di Redazione Romagna Futura, in Cultura Romagna, del 

 

La Romagna ha origini lontane, molto lontane. Sicuramente tutti saprete che i primi abitanti furono gli etruschi e gli umbri poi arrivarono i celti che diedero un’impronta molto forte al nostro carattere e poi i romani che colonizzarono la nostra fertile terra, non completamente come si crede in quanto i romani rispettavano dei vinti usi e costumi e anche la religione. I Romani non hanno mai lottato per affermare i loro Dei, anzi per loro le divinità altrui erano da sedurre. Ad esempio, nei casi di assedio si invitavano, tramite appositi riti, gli Dei preposti alla tutela della città ad abbandonarla, in cambio Roma, avrebbe edificato sui suoi colli un tempio e costituito uno specifico corpo sacerdotale.

Nei pressi di Castrocaro e Terra del Sole, a una decina di chilometri da Forlì si trova la rocca di Monte Poggiolo. La costruzione è a pianta quadrilatera irregolare, agli angoli ha quattro torrioni cilindrici. Data la sua importanza strategica (…”dalla rocca si controllava la pianura della Romagna papale da Faenza fino a Ravenna, e l’Adriatico, di modo che non è possibile far passare fra queste mura e la Terra del Sole di giorno alcun corpo considerabile senza esserne avvisati”… O. Warren, Raccolta di piante delle principali città e fortezze del Granducato di Toscana) la rocca fu contesa nei secoli dalle varie signorie di Forlì, Faenza e Castrocaro.

Alla fine del 1500, la rocca perse la sua importanza in seguito alla costruzione della fortezza di Terra del Sole, attrezzata di artiglieria. Successivamente la rocca fu acquistata da privati, oggi presenta un progressivo degrado, ahimè, senza possibilità di intervento statale per la tutela del patrimonio storico e artistico, ahimè, anche se alla base della Rocca di Monte Poggiolo, località Ca’ Belvedere, è stato ritrovato nel 1983 quello che a tutt’oggi si ritiene essere il più antico sito preistorico europeo.

Un milione di anni fa circa, quando il mare arrivava all’Appennino, sulle spiagge di Monte Poggiolo vi giungeva l’uomo per la prima volta. I dati geologici e paleontologici confermano che i ritrovamenti di Monte Poggiolo appartengono al più antico ciclo del Paleolitico inferiore fino ad ora rinvenuto in Italia e in Europa. L’uomo di Monte Poggiolo probabilmente apparteneva all’Homo erectus; aveva sembianze simili a noi, sapeva lavorare la pietra, scheggiava la selce per costruirsi punte acuminate con cui cacciare e utilizzava raschiatoi per pulire le pelli, aveva padronanza del fuoco, sapeva cucinare e forse anche navigare e presumibilmente aveva un gergo fatto di gesti e di espressioni facciali.

Nel sito archeologico di Poggiolo è stata rinvenuta una gran quantità di materiale formato da gruppi di selce lavorata, ma non sono stati trovati né resti umani né animali. Da dove veniva? Sin dai tempi antichi si pensava che i primi abitanti d’Italia fossero i siculi e che questi avessero abitato la Romagna prima di venire scacciati dagli umbri. E i Siculi da dove provenivano? Era l’Africa collegata alla Sicilia? Ad avvalorare questa tesi, nel 1983 il dott. Gerlando Bianchini, nei pressi di Agrigento, trovò in una roccia calcarea di diciotto milioni di anni; alcuni resti fossili di una specie di austrolopiteco, ovvero un ominide vissuto circa 4.000.000 di anni fa. I pochi resti dentali rinvenuti, portarono Bianchini ad individuarne le caratteristiche nell’austrolopiteco gracilis, un essere bipede dall’altezza di circa un metro e venti, che nonostante avesse la scatola cranica più ridotta di quella dell’uomo attuale e avesse ancora la fronte sfuggente e il mento retratto come le scimmie, doveva manifestare una certa capacità intellettiva nell’usare i mezzi di difesa, come le pietre e i bastoni (Gilberto Giorgetti). La Provincia di Romagna esiste o s’ha ancora da fare? E’ sicuramente importante accelerare il percorso di costituzione della Provincia unica, sic, non sarà una regione, ma sicuramente può rappresentare con più forza i nostri interessi… dato che i primi abitanti dell’Italia furono romagnoli diamoci da fare!

Paola Tassinari 

L’Aquila, le Chiavi, il Giglio: lo spettacolo del Castello di Castrocaro

L’Aquila, le Chiavi, il Giglio: lo spettacolo del Castello di Castocaro

Redazione Romagna Futura di Redazione Romagna Futura, in Cultura Romagna, del 25 Set 2018, 11:58

Castrocaro, è un paese di origine etrusca, già stazione termale ai tempi dei romani, era chiamata Sulsubium ed è tuttora famosa per le sue acque sulfuree. Nell’ameno borgo, su una rupe, ciò che resta di un’antichissima scogliera sottomarina di età miocenica (10 milioni di anni fa); una rupe con molti resti fossili marini di notevole interesse geologico, testimonianza di un antico viaggio del mare, si erge il Castello di Castrocaro. Una delle opere incantate che adornano la Romagna

Grazie alla sua posizione elevata e al difficile accesso era facilmente difendibile, non fu mai conquistato. La rupe ebbe valore strategico sin dalla preistoria, poi il Castello fu sentinella di un ampio territorio, ergendosi in un luogo di passaggio obbligato per gli eserciti. Il Castello segnava il confine che divideva il regno longobardo dai domini bizantini; la prima testimonianza scritta della sua esistenza risale al 961.

Inizialmente fu dei conti di Castrocaro, raggiungendo ben presto una grande importanza tanto che nel 1160 e nel 1164 ospitò anche l’imperatore Federico Barbarossa. Con la morte di Federico II (1253), lo Stupor Mundi se ne andava in un’altra vita per il solito mal di pancia, e il conseguente traballamento di potere il Castello finì sotto il potere temporale della Chiesa. La Rocca da residenza feudale divenne presidio militare e sede di tribunale. Nel 1403, dopo lunghe trattative e peripezie Firenze acquistò la Fortezza dal Papa con annessi e connessi.

Con il dominio della Repubblica di Firenze, iniziò per Castrocaro un periodo fausto sia sul piano politico che culturale e sociale, Castrocaro diventò capoluogo della Romagna fiorentina. Agli inizi del Seicento, in seguito alla nuova politica del Granducato toscano, la Rocca perse la sua importanza strategica e pian piano fu abbandonata, non serviva più, quindi inutili erano i costi elevati per mantenerla. Il suo inutilizzo, col tempo si è rivelato assai positivo, in quanto lo ha preservato intatto, lasciandoci un castello medievale originale e non un tarocco.

Nel 1923 la Fortezza venne acquistata dal Comune, nel 1982 ebbero inizio i lavori di restauro con la decisione di riutilizzarla a fini culturali e turistici. Unica nel suo genere, per tipologia e ampiezza, la Fortezza di Castrocaro è composta da tre distinte opere architettoniche e difensiveil Girone, la parte più antica con il Mastio, la Rocca, l’espansione due-trecentesca del Girone e gli Arsenali Medicei, che racchiudono ambienti vasti e altissimi che stupiscono per la capacità tecnica dell’uomo, caratterizzati da un’enorme muraglia in cotto e un soffitto a botte di mattoni regolari, struttura che a sua volta ingloba speroni di roccia su cui si può leggere la preistoria e vedere conchiglie di milioni di anni fa.

Dopo oltre quattro secoli di abbandono, la Rocca e gli Arsenali medicei sono stati resi agibili e affidati in gestione alla Pro Loco di Castrocaro, che ha reso visitabili il Palazzo del Castellano, il Cortile delle Armi, la Corte, la Chiesa di Santa Barbara, (dove forse segretamente si sposò Caterina Sforza con Giovanni de’ Medici detto il popolano, che da quanto risulta dal ritratto di Botticelli era veramente un bel giovane) Torre delle Prigioni, le Grotte trogloditiche con la tomba etrusca ed il cosiddetto  Balcone dell’Acquacheta o Balcone degli innamorati dal quale si ammira un panorama da sogno.

Nelle sale del Palazzo del Castellano, la Pro Loco ha allestito il Museo Storico-archeologico denominatol’Aquila (periodo imperiale del castello) le Chiavi (periodo papale) il Giglio (periodo fiorentino), dove sono esposte armi, maioliche, dipinti, arredi e suppellettili antiche. Non vi racconto nulla del museo, perché dovete andare a visitarlo vi dico solo qualcosa… scoprirete la differenza fra la scure che tagliava le teste e quella che tagliava i piedi, la strage della notte di Natale del 1386 e la lettera che spiegava ai superstiti cosa fare, il perché si dice che si può perdere la testa per una donna, vedrete un gabinetto medievale assai efficiente e funzionante e constaterete che tale toilette era in voga ancora negli anni Cinquanta/Sessanta nelle campagne romagnole e poi conoscerete il segreto della coniglia e dell’uccello e la storia di Margherita che piange il suo amore perduto e tante altre cose.

Nello stesso Palazzo la Proloco ha allestito l’Enoteca dei vini pregiati locali, così saprete, sempre grazie al Castellano, che è uno squisito padrone di casa, che Cosimo de’ Medici preferiva assai assai il nostro Sangiovese, piuttosto che il Chianti, spendendo una fortuna per procurarselo. Il territorio di Castrocaro con il Castello, la Rocca di Monte Poggiolo, Terra del Sole e Pieve Salutare meriterebbe il fregio di Patrimonio Unesco. Ingresso 5 euro, orari indicativi: il sabato pomeriggio, domenica e festivi mattino e pomeriggio. Qui il link con gli orari esatti:  https://www.proloco-castrocaro.it/il-castello/prezzi-e-orari.html (n.d.r. appellerei il Castellano col titolo di Uomo Patrimonio Unesco, se visiterete il Castello con la sua guida capirete il perché… l’entusiasmo e l’amore per ogni cultura/coltura, scevro da interessi personali realizza i sogni)

Paola Tassinari  

Quelle terme piene di vita

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Castrocaro, è un paese di origine etrusca, già stazione termale ai tempi dei romani, era chiamata Sulsubium ed è tuttora famosa per le sue acque sulfuree. L’abitato è composto dai paesi di Castrocaro, Terra del Sole e Pieve Salutare che unitamente hanno ricevuto la Bandiera Arancione, marchio di qualità del Touring Club Italiano. Terra del Sole, voluta da Cosimo I de’Medici, è un gioiello architettonico costruito secondo i canoni rinascimentali, sembra un “pezzo” di Firenze planato in Romagna. A Pieve Salutare sorge una chiesa risalente all’anno 955, all’interno è custodita, dal 1973, la sacra immagine della Madonna della Tosse, dopo che la chiesa omonima venne demolita. Il culto della Madonna della Tosse è antichissimo e persiste ancora oggi, era detto così perché  le si attribuivano speciali virtù contro la pertosse dei bambini. Castrocaro nel medioevo ebbe notevole importanza militare e fu capoluogo della Romagna toscana. Conserva il Borgo medioevale quasi  intatto, con la Chiesa di San Nicolò, il Palazzo dei Capitani, il Palazzo del Bargello e la Cittadella, per arrivare poi al Castello. Nella parte più in basso, più moderna, si trovano le Terme, al centro di uno splendido parco di 8 ettari. Il complesso termale fu realizzato negli anni ‘30 in stile Art Deco,forma d’arte  che è un prolungamento del Liberty. Gli imponenti lavori di ampliamento delle Terme, già esistenti e funzionanti, voluti da Benito Mussolini, portarono nel 1938 all’inaugurazione dello Stabilimento, del Grand’Hotel e del Padiglione delle Feste. Quest’ultimo ha al suo interno le decorazioni di Tito Chini, famoso artista del periodo fascista; nel 1925 all’Esposizione Internazionale di Parigi fu premiato con la medaglia d’argento per la ceramica. L’edificio è formato da un corpo centrale semicircolare e decorato da piastrelle ceramiche a lustro, cioè iridescenti e metalliche. Il lustro è un’antica tecnica di decorazione, di origine mediorientale, ebbe grande diffusione nella arte ceramica araba, giungendo verso la metà del Quattrocento in pochi centri italiani; dagli arabi attraverso gli scambi con l’isola di Maiorca, da cui proviene il nome maiolica che nel Rinascimento indicava la sola ceramica lustrata. Il salone da ballo è di grande impatto: due fontane simmetriche in mosaico, mentre il pavimento di maiolica policroma  riproduce un  fondale marino popolato da pesci di ogni tipo, reali e immaginari. Spettacolari sono i quattro velieri che girano in tondo con una sinfonia di vivaci colori: rosso, giallo, blu e verde. Nel Grand’Hotel si possono ammirare i banconi/bar, i lucernari decorati, le formelle ceramiche iridescenti. Nelle pareti dello scalone, che dà accesso alle stanze, si trovano dieci grandi pannelli di Chini, un ciclo raffigurante i mesi e le stagioni. Ancora oggi fra le suite ce ne è una intitolata a Benito Mussolini. All’Hotel, dopo il 1943, vi fu la prima riunione del Consiglio del Ministri del nuovo governo fascista, qui proclamarono la Repubblica sociale italiana. Ma torniamo alla parte medioevale di Castrocaro, alla Rocca imponente massa costruita circa un millennio fa su uno sperone roccioso da cui si può godere uno splendido panorama. Nelle sale del Palazzo del Castellano vi è un Museo con armi, maioliche, dipinti, arredi e suppellettili. Vi è allestita anche l’Enoteca della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì, il tutto a cura della Proloco. Come ogni castello anche qui a Castrocaro c’è un  fantasma. Siamo ai primi del Duecento, una furiosa lotta era in atto tra le famiglie consanguinee dei conti Calboli di Forlì e dei conti Pagani di Castrocaro. Il Papa, per pacificare gli animi impose il matrimonio fra Margherita e Guidone, appartenenti alle due famiglie in guerra. Margherita innamorata di un altro giovane si ribellò e rifiutò di sposare Guidone. Nonostante il suo ardire fu costretta a cedere e venne così fissata la data delle nozze. Margherita angosciata e senza più speranze, in una notte buia e senza luna si gettò dalla torre più alta del castello. Da allora si racconta che in certe notti senza luna sembra che il vento sussurri il lamento di Margherita, che piange il suo amore perduto.

immagine: Castrocaro

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 31/08/2015