Venere di Savignano, il mistero della donna

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La Venere di Savignano è una piccola scultura di cm 22,5. E’entrata nella storia grazie al prof. Giuseppe Graziosi al quale fu consegnata ,in cambio di due quintali di uva, da un contadino la cui moglie gli aveva consigliato di buttare quel brutto sasso, per fortuna non lo fece. Il ritrovamento avvenne  a Savignano sul Panaro nell’anno 1925 durante i lavori all’esterno di una stalla. Graziosi  donò la statuetta al Museo Pigorini  di Roma dove tuttora è conservata.“La Venere non è soltanto un reperto archeologico; è una testimonianza diretta di uno dei più appassionati misteri della storia umana: la nascita dell’arte” (B.Benedetti). Arte che nasce per magnificare il mistero della nascita e della morte, arte quindi affine alla religione. Sono quasi 190 le raffigurazioni femminili, tra statuette a tutto tondo e figurine schematiche piatte attribuite al paleolitico e ritrovate in Europa, Francia sud-occidentale, Italia, Europa centrale, Ucraina, Russia meridionale e Siberia e nonostante il fenomeno abbia riguardato territori così lontani tra loro, molte sono le caratteristiche comuni a queste figure. Sono figure caratterizzate da grossi glutei  con seni e ventri esagerati, a cui si contrappongono lineamenti appena accennati. Le Veneri probabilmente sono la raffigurazione tangibile del mistero della natura incarnato nella donna, culto della fertilità, ma la loro grassezza fa anche pensare che anticamente l’uomo “si togliesse il cibo dalla bocca” per le donne in quanto molto più necessarie degli uomini per la sopravvivenza della specie, finché  poi l’uomo non scoprì che anche lui partecipava alla procreazione. Questi manufatti  forse rappresentano la Dea Madre. I tanti ritrovamenti per lo più fortuiti fanno pensare che questi oggetti fossero in realtà molto comuni, e che quelli che troviamo noi siano solo un’infinitesima parte di quelli che circolavano. Si pensi che alcune sono state trovate in negozi di rigattieri, quindi è molto facile che ad esempio ve ne siano nel sottosuolo romagnolo. Monte Poggiolo (Terra del Sole di Forlì) è il sito paleolitico più antico d’Italia, è stata rinvenuta un’industria litica a schegge e nuclei, rappresentata da migliaia di manufatti, ricavata da ciottoli scheggiati dall’uomo preistorico, chissà che non sbuchi anche una Venere … voi se trovate un sasso particolare, attenti a gettarlo via.

immagine: Venere di Savignano

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 21/07/2014