San Massimiano. il vescovo di Giustiniano

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San Massimiano fu il ventottesimo vescovo di Ravenna, e primo arcivescovo d’occidente, nacque nel 498 a Pola, in Istria, dove divenne diacono. Il ritrovamento di un “tesoro” per mano sua o del padre, gli permise di recarsi alla corte imperiale di Costantinopoli, guadagnandosi la stima dell’imperatore Giustiniano. Nel 545, alla morte del vescovo di Ravenna, i fedeli della città chiesero all’imperatore di eleggere un loro candidato, ma Giustiniano “consigliò” a papa Vigilio di incaricare Massimiano. I ravennati si ribellarono, non lo volevano, lo sentivano imposto. Massimiano si accampò fuori dalle mura, ospite del vescovo ariano dei goti, ma poi riuscì ad accattivarsi la simpatia dei fedeli, ottenendo così il permesso di accesso alla sua sede.   Andrea Agnello (800/850 circa), presbitero e storico ravennate, scrive che i cittadini andarono incontro lietamente a Massiminiano, “cum signis et bandis”, dal che nacque la parola bandiera, d’origine gotica. Una delle prime preoccupazioni di Massiminiano, fu quella di cancellare le tracce dell’arianesimo, degli sconfitti  goti. Nella basilica di Sant’Apollinare Nuovo, fece rifare parte dei mosaici affinché non restasse nulla che ricordasse Teoderico e il suo governo. Massiminiano rappresentò l’età d’oro della Chiesa di Ravenna: furono completate e consacrate le basiliche di San Michele e San Vitale, molte altre furono abbellite. A Sant’Apollinare in Classe fece iniziare un ciclo di mosaici celebrativi della diocesi ravennate, nel catino absidale Apollinare, primo vescovo di Ravenna, sontuosamente abbigliato con dodici pecorelle che rappresentano i fedeli. La scelta del tema è legata alla lotta all’arianesimo, poiché ribadisce la natura umana e divina di Cristo, parzialmente negata dagli ariani. Il grande scontro fra ariani e cattolici, è in un passo del Padre Nostro, la preghiera che fu insegnata da Gesù ai suoi apostoli, mentre egli si era ritirato in preghiera, dove si dice: “generato e non creato”. Massimiano morì a Ravenna nel 556 e le sue spoglie furono tumulate nella basilica di Sant’Andrea, poi trasferite in cattedrale. Massimiano è raffigurato nei mosaici di San Vitale accanto a Giustiniano, e la sua cattedra vescovile, forse dono dell’imperatore, realizzata con pannelli in avorio e scolpita tra il 546 e il 556, è conservata presso il Museo arcivescovile di Ravenna.

immagine: San Massimiano

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 23/11/2015