GALLA PLACIDIA EBBE IL CALICE

Parsifal

Il Parsifal, il cui nome in arabo significa puro e folle, è un’opera di Wagner, dal carattere religioso, era usanza non applaudire al termine della rappresentazione. Ancora oggi il pubblico spesso non sbatte le mani, alla fine del primo atto (scena della Comunione), inoltre alcuni brani vengono eseguiti nel periodo di Pasqua e in alcuni paesi tedeschi, viene rappresentato il Venerdì Santo, quando normalmente gli spettacoli sono proibiti. Ma torniamo ai Magi, i quali sono l’Epifania di Gesù, lo riconoscono come il Salvatore, quindi in senso lato potremmo dire che l’iniziale Graal è Gesù stesso, che poi riappare ogni volta nella messa durante l’Eucaristia. Ora vi illustro un’ipotesi su dove possa essere finito, nel V secolo, il Graal. All’interno del Mausoleo di Galla Placidia, troviamo nella lunetta di fondo, raffigurato San Lorenzo, sopra questa lunetta, vi sono due apostoli con ai piedi un vaso zampillante d’acqua, con due colombe, molto simile a quello presente nel corteo di Teodora, in San Vitale, potrebbe rappresentare il Graal. San Lorenzo aveva l’oggetto sacro, che papa Sisto II gli aveva affidato, nel 258, con l’incarico di portarlo lontano da Roma. La coppa del sacrificio, avrebbe rischiato di essere distrutta dall’ignoranza dai pagani, mentre Valeriano, conoscendone il potere, non avrebbe esitato a servirsene per il proprio tornaconto. Forse Lorenzo, riuscì a far portare la coppa in Spagna e qui passò poi in mano ad Ataulfo, forse il calice rimase a Roma e fu asportato nel 410 da Alarico, assieme a tutti i tesori che il visigoto si portò via. In ogni caso pare che il calice arrivasse nelle mani di Galla Placidia, la quale forse possedeva la coppa ed era anche la coppa vivente in quanto aveva generato da Ataulfo, Teodosio nato da pochi giorni, siamo nel 415. Teodosio, portava il nome del nonno, il grande imperatore che in Oriente era ed è pure Santo, avrebbe dominato il grande regno unificato di Roma e dei barbari, forse unendo anche la religione cattolica con quella ariana. Ma il Graal sia come contenitore che come ideale fallisce, Ataulfo viene assassinato, il piccolo Teodosio ucciso, l’Impero di Roma crollerà di lì a poco. Il matrimonio di Galla Placidia e Ataulfo ricorda il legame di Artù con Ginevra, i tempi collimano e gli ideali sono gli stessi, il ciclo bretone potrebbe avere legami con la Romagna. Gli altri cavalieri della tavola rotonda si individuano così con Ezio, Alarico, Attila, Teoderico, Ricimero, Odoacre, Genserico, ecc. Flavio Ezio veniva dalla Dacia e aveva sposato una donna romana. Aveva passato parecchi anni come ostaggio degli unni, e Attila era per lui come un fratello, dato che erano cresciuti insieme. Prima di essere ostaggio degli unni lo era stato dei visigoti di Alarico, sequestrato nel sacco di Roma (410) assieme a Galla Placidia. Ezio aveva grande potere, tale da raggiungere il trono; non era certo l’imperatore Valentiniano III a fargli paura, il cui unico pregio era l’essere figlio di Galla Placidia. Ezio controllava la Gallia del nord coi suoi guerrieri; si sentiva unno lui stesso, parlava la loro lingua alla perfezione e da loro aveva imparato a cavalcare, a tirare d’arco e le tecniche militari tipiche dei cavalieri della steppa. Fu sempre fautore dell’alleanza romana coi barbari. In ogni battaglia vedeva un duello, una sfida cavalleresca, addirittura un giudizio divino. Fu protagonista nella battaglia dei Campi Catalaunici (451) vicino a Troyes dove sconfisse Attila, questo baluardo dell’Impero fu ucciso da un imbelle rammollito come Valentiniano, il quale fu poi eliminato l’anno successivo dai guerrieri di Ezio. A Ravenna, l’agonia e la fine dell’Impero Romano ma anche l’inizio del Medioevo con le gesta ricordate nelle saghe dei Nibelunghi (di cui fanno parte anche Teoderico e Attila) e di Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Chrétien de Troyes scrittore e poeta francese medievale, ideatore del ciclo bretone, può essersi ispirato alla battaglia avvenuta tanti anni prima nella sua città natia. Ezio morì poco dopo Galla Placidia, nel 454, in Occidente si creò una situazione di potere vacante, e il Graal dove si troverà ora? (2 continua)

immagine: Parsifal e il Graal

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 04/04/2016