Rosmunda di Ravenna

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Rosmunda fu regina dei Longobardi e regina d’Italia dal 568 al 572, donna fiera e combattiva, ha ispirato nei secoli opere di letteratura, tragedie, canzoni e film, non tutti sanno che la sua storia finì a Ravenna. Nel 568 mentre i Longobardi invadevano l’Italia, a quei tempi provincia dell’Impero d’Oriente, l’esarca Longino, da Ravenna mandò a dire che si sarebbe mosso solo al momento opportuno. E intanto i Longobardi occuparono mezza Italia dividendola in ducati, erano guidati da Alboino che era più di un re, per il suo popolo era un dio. In battaglia, Alboino uccise con le sue mani  Cunimondo il re dei Gepidi (tribù germanica) e con il suo cranio si fece fare una coppa per bere. I Gepidi furono fatti schiavi ma Rosmunda figlia di Cunimondo divenne regina. Alboino l’aveva amata per anni, l’aveva chiesta in sposa ricevendone un rifiuto, allora la rapì, ma Alboino la dovette restituire al padre che chiese l’intervento addirittura dell’imperatore Giustiniano. Ma ora ucciso Cunimondo ed annientati i Gepidi, Alboino finalmente la sposava e la faceva regina dei Longobardi. Non credo che Rosmunda ne fosse felice in più successe il fattaccio. Durante un banchetto che si stava svolgendo a Verona, Alboino ubriaco d’un tratto ordinò che gli fosse portata la tazza ricavata dal cranio di Cunimondo, e la offrì a Rosmunda:“Bevi, Rosmunda, nel cranio di tuo padre!”. Forse è un po’ romanzata la storia, ma Rosmunda meditò vendetta. Preparò un piano rivolgendosi a Elmichi, armigero del re e suo fratello di latte. Probabilmente Elmichi era l’amante di Rosmunda la quale gli propose di uccidere Alboino e regnare al suo posto. Mancava solo il sicario, individuarono Peredeo, un ufficiale di corte, uomo di gran coraggio, di forza smisurata ma Peredeo si rifiutò di farlo. Rosmunda e Elmichi  sanno   ormai che la loro scelta è obbligata, ora Peredeo sapeva e avrebbe potuto tradirli. Fu la regina che si incaricò di convincere Peredeo ad accettare. Rosmunda, si sostituì nel letto all’ancella che conviveva con Peredeo. In questo modo Peredeo, credendo che la donna nel suo letto fosse la sua amata, fece l’amore con la regina. Quando si accorse che la donna con cui aveva fatto sesso era Rosmunda, quest’ultima gli disse:“E certo, Peredeo, quello che hai compiuto è atto sì grave che, ormai, o tu devi uccidere Alboino, o lui deve uccidere te con la sua spada”. Così Peredeo divenne regicida. Forse fu la stessa Rosmunda a dare  l’annuncio della morte ai duchi giunti affranti per omaggiare il corpo del loro re. Nei giorni seguenti, si sarebbe decisa l’elezione del nuovo sovrano che doveva avere l’approvazione dei  duchi. Rosmunda sposò Elmichi  per facilitarne la designazione ma fallì, Elmichi non piacque, pensate a quanto doveva essere inetto, nei popoli germanici la trasmissione del potere era per via femminile. Già si levavano le voci che Elmichi era il sicario assieme alla regina, non sbagliavano. La congiura era fallita. Per salvare la vita, non restava loro che fuggire verso Ravenna dove l’esarca Longino li avrebbe aiutati. I duchi persa la guida di Alboino si fronteggiavano fra di loro, incapaci di darsi un  nuovo capo. Rosmunda era ancora formalmente regina, dato che il trono era rimasto vuoto, Longino la chiese in sposa, fulminato d’amore per Rosmunda? Molto probabilmente Longino mirava  a farsi riconoscere legittimo capo dei barbari per poi integrarli nell’impero. Rosmunda accettò, ma che fare con quell’incapace di Elmichi? Rosmunda non ricorse ad altri fece da sé usando il veleno che propinò al marito, ma il veleno era ad azione lenta, Elmichi seppe d’essere perduto, obbligò la moglie a bere ciò che era rimasto nella coppa, e morì con lei. Lo storico Paolo Diacono la descrive come “disponibile per ogni delitto” ma è pur sempre un uomo e monaco per di più, che dire allora di Elmichi che vuol diventare re senza averne le capacità usando l’odio e la vendetta di una donna a cui avevano sterminato il popolo e ucciso il padre usando il suo cranio come coppa per libagione, e Peredeo il forzuto coraggioso come un coniglio? Senza contare Longino che forse consigliò il veleno a Rosmunda, liberandosi degli ospiti senza sporcarsi le mai. Io sto con Rosmunda

immagine: Rosmunda di  Paola Tassinari
articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 17/11/2014