La storia romagnola di Giochino Rossini

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Gioachino Rossini (1792/1868) sarà anche nato a Pesaro ma le sue radici sono ben piantate in Romagna, lui stesso parlava con affetto della sua casa di Lugo in cui aveva vissuto pochi anni… gli anni della fanciullezza; tra l’altro Pesaro fa parte di quel territorio: il Montefeltro che accomuna tanti centri che hanno affinità  con la cultura e la storia della Romagna. A Lugo, abitò in via Manfredi 25, dove una lapide ricorda la sua presenza dal 1802 al 1804. Sempre a Lugo, Rossini fu presso la scuola dei Canonici Malerbi, dove imparò i primi rudimenti di suono e di canto. Era di semplici origini, il padre era suonatore  di corno nella banda cittadina e nelle orchestre locali, mentre la madre, era una cantante… nelle vene del Maestro scorreva sia la musica che il canto. La musica di Rossini ravvivò gli animi dell’epoca, egli rese brillante ed imprevedibile l’orchestra, accentuò la dinamica attraverso l’uso del crescendo e del concertato, impose ai cantanti, il “Belcanto” cioè i virtuosismi, eppure fu considerato un conservatore. Forse fu per questa critica che Rossini, a soli 37 anni, smise di scrivere musica. Fra le opere che ebbero maggior successo e che ancora vengono rappresentate ci sono :“Il Barbiere di Siviglia”, “La gazza ladra”, “Semiramide”  e il “Guglielmo Tell”. Tema  basilare dell’opera buffa rossiniana è l’incompetenza dell’uomo di fronte ai fatti e agli imbrogli in cui si trova coinvolto contro la sua volontà. Io lo trovo molto romagnolo: roboante, permaloso e ironico. Un aneddoto narra che il barone Rotschild regalò a Rossini dei meravigliosi grappoli d’uva, frutto dei propri vigneti. Il Maestro lo ringraziò così :“La vostra uva è eccellente, ma il vino in pillole mi piace poco!”. In seguito il musicista ricevette un barilotto di buon vino. Un altro episodio racconta di Rossini che stanco di sentire le richieste di una cantante, forse per liberarsene, la raccomandò a un tenore, che rimase sorpreso per lo scarso valore della donna. Chiese spiegazioni al Maestro che rispose: “Se era buona si raccomandava da sé, no?”. Io ritrovo in questi  due aneddoti molto del carattere romagnolo. Avrete capito che sono una fan di Rossini, la sua musica mi dà gioia e movimento, mi galvanizza, non annoia mai, il mio pezzo preferito è “La gazza  ladra”, sarà perché l’avevo già apprezzata, quando amavo solo il rock, nel film Arancia Meccanica di Stanley Kubrick.

immagine: Gioachino Rossini

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Ravenna” il giorno 18/05/2015