Quella voglia matta di disegnare che ha l’uomo

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Nel Padiglione delle Feste di Castrocaro, si svolge, sino al 28 giugno la Mostra: “Modernità del disegno tra Romagna e Toscana 1880-1914”, con oltre 120 opere, da Giovanni Boldini, Silvestro Lega, Giovanni Fattori,   a Domenico Baccarini, Ercole Drei, solo per citarne alcuni. La mostra è inserita nell’ambito degli eventi collaterali all’esposizione di Giovanni Boldini a Forlì, è curata da Paola Babini e Beatrice Sansavini. Una mostra sul disegno può essere più introspettiva di un’esposizione di dipinti, in quanto il colore distrae e calamita l’attenzione. Già 17.000 anni fa l’uomo disegnava sulle pareti delle grotte, esprimendo idee ed emozioni ma anche tentando di allontanare magicamente, tramite il disegno, gli influssi negativi. Nel disegno infantile gli psicologi riescono a vedere le paure e i timori dei bambini. Col disegno esprimiamo le nostre potenzialità nascoste, facendo emergere le emozioni più profonde e i sentimenti più autentici. Il disegno ci rende liberi di esprimere noi stessi, e non è necessario “saper disegnare” per far tutto ciò, anche Michelangelo o Leonardo hanno iniziato facendo scarabocchi. Quando a Firenze, chiesero a Michelangelo se era più importante la scultura o la pittura, egli rispose che nessuna delle due arti è superiore all’altra, perché sono entrambe figlie del disegno. Da quel momento i disegni dei grandi maestri (Michelangelo, Raffaello, Leonardo,Tiziano, Correggio e altri) non vennero più utilizzati solo per motivi di studio, ma acquisirono il valore di opere d’arte autonome. Nella seconda metà dell’Ottocento gli artisti romagnoli si dirigevano a Firenze, allora Capitale d’Italia, dove era fervido il movimento dei “Macchiaioli”, chiamati così per la loro pittura formata da macchie di colore accostate. Nell’Accademia di Firenze si facevano schizzi dal vero. Disegnando si impara a vedere, si notano linee, forme che si riportano sulla carta, si seziona ciò che si sta guardando e allo stesso tempo si analizza anche il pensiero. In un’opera molto bella, esposta a Castrocaro:“La Pavonessa” di Domenico Baccarini, la fanciulla ritratta ha lunghi e lucenti capelli scuri, Domenico immagina il trasformarsi di questa capigliatura in una ruota di pavone, il suo pensiero è là sulla carta. Baccarini morì a 25 anni, una vita misera e di dolore, una meteora nella Storia dell’Arte, ma indimenticabile.

immagine: Pavonessa di Domenico Baccarini

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 20/04/2015