La sagra delle ciliegie, una prelibatezza

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Magari in una giornata di fine maggio, quando a Longiano si svolge la Sagra delle ciliegie, recatevi in questo  attraente paese, poco lontano da Cesena. Nel centro storico è un po’ una “Santa allegrezza” (canto popolare pugliese che esprime una genuina e pura gioia), per me le ciliegie sono molto di più, sono i frutti più belli, e gli orecchini più preziosi, una credenza siciliana sostiene che la coppia di ciliegie messa sull’orecchio attiri i baci. Per i greci, la ciliegia era il simbolo di Venere, e portava fortuna agli innamorati. Più antipatiche le leggende nordiche, secondo cui la ciliegia sarebbe simbolo del peccato originale, gli inglesi poi ritengono che sognare un ciliegio sia presagio di sfortuna, ma sappiamo che col sesso/amore gli inglesi sono un po’ freddini. In Oriente, la ciliegia ed in particolare l’albero di ciliegio sono associati alla     delicatezza femminile, mentre si dice, che il colore rosato dei fiori dei ciliegi sia dovuto al sangue dei samurai, sepolti ai piedi di questi alberi che tra l’altro erano anche il luogo prescelto per i guerrieri che volevano praticare il karakiri. Ricordatevi di esprimere 3 desideri ogni prima volta dell’anno che mangiate ciliegie, forse si avvereranno, ma non raccogliete mai i rami in fiore del ciliegio, annullano tutti gli effettivi benefici. Immersi nella magia di questo frutto così amato dagli artisti, rappresentato in molte opere d’arte e citato in racconti e poesie siamo pronti per calarci nell’atmosfera della Fondazione Balestra. La Fondazione si é costituita nel 1989 con la collezione di arte moderna del poeta e scrittore longianese Tito Balestra, ha sede nel Castello Malatestiano. La raccolta comprende oltre 2000 opere pittoriche, grafiche e scultoree. Nelle sale del castello sono esposte numerose opere di Mafai, Rosai, De Pisis, Morandi, Guttuso, Vespignani, Bartolini, Zancanaro, Ziveri, Campigli, Fantuzzi, Sironi, Vangelli e di altri maestri del Novecento. Una sala é dedicata alle opere di artisti stranieri come Chagall, Kokoschka, Matisse, Heckel,Goya. La Fondazione detiene moltissime opere di Mino Maccari (1898/1989), artista che usa la cartavetrata sia nella pittura che nella scrittura. Fu direttore della rivista “Il Selvaggio”, fascista intransigente, rivoluzionario  e antiborghese … un suo aforisma: “Ogni imbecille tollerato è un’arma regalata al nemico”.

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno25/05/2015