I TANTI SIGNIFICATI DEI BRACCIALETTI ROSSI DALLA TV A ROMA

martisor

Braccialetti rossi è una serie televisiva, ispirata alla storia vera di uno scrittore spagnolo che malato di cancro è riuscito a guarire. La trama segue le storie di 6 ragazzi ricoverati in ospedale per varie cause, che fanno amicizia tra loro. Uno di loro regala agli altri i braccialetti identificativi che ha ricevuto durante gli interventi chirurgici e che diventano simbolo del loro gruppo. Il colore rosso è ambiguo per eccellenza può essere simbolo di vita oppure di morte. Il braccialetto ha lo stesso significato magico di quello dell’anello cioè il cerchio chiuso, quindi è simbolo di tutto ciò che è celeste e del tempo ciclico: il cielo, l‘anima, l’illimitato, l’infinito, l’universale, Dio. Pensate che il simbolo alchemico dell’oro è un cerchio, questo toglie ogni dubbio all’equivoco sull’oro visto come arricchimento personale e non spirituale. Un tempo marzo era il primo mese dell‘anno nel calendario di Romolo, il fondatore di Roma intendeva onorare il suo leggendario padre. Marzo era dedicato a Marte, inizialmente visto come dio dell‘agricoltura, poi quasi esclusivamente della guerra. In Romania sopravvive un’antica tradizione che ha origini nelle credenze e nelle pratiche agrarie che si svolgono in marzo, da cui pare derivi il “martisor“(diminutivo rumeno del nome di marzo). Il martisor è un cordoncino di fili bianchi e rossi, a cui si appendono ciondoli porta fortuna. Il colore rosso, come il fuoco e il sangue, era attribuito alla vita, quindi alla donna. Invece il colore bianco era riferito a Marte e perciò all’uomo. Questi colori, esprimono il ciclo vitale/mortale della natura. Il martisor usualmente si porta ai matrimoni, ai nascituri ma anche ai funerali. Sarsina è una piccola cittadina sulle colline di Cesena è di origine antichissima, conserva molte testimonianze tangibili della sua importanza strategica, oltre che ancestrali tradizioni. A San Vicinio, taumaturgo e scaccia demoni, è dedicata la festa che ricorre ogni anno il 28 agosto, in occasione della quale vengono distribuiti i tradizionali “curdlen”, costituiti da fili colorati intrecciati, benedetti e portati al collo da ammalati e devoti, come protezione celeste a somiglianza del famoso collare di San Vicinio. I “cordellini” sono molto ricercati dai forestieri, in cerca di talismani o di souvenir, che solitamente li scelgono rossi e li portano al polso.

immagine: martisor

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il  
giorno17/03/2014