Woodpecker: una discoteca cara ma dal sapore fantascientifico

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Certo che mi piaceva il Picchio di Legno, vedevo quell’astronave là planata in mezzo ai campi e mi faceva sognare, non avevo mai visto un “affare” del genere, io ero una vera ragazza di campagna, tornita, fiorita e credulona e quando mi dissero che era una discoteca, sognai, sognai di entrarvi e di incontrare il principe azzurro … ‘sto principe azzurro è una vera menata, le fanciulle poi lo paragonano ai corteggiatori reali che  dopo, poveretti, fanno sempre una brutta figura del razzo col principe. Al Woodpeker  poi non sarei potuta entrare perché le mie tasche erano sempre vuote, ricordo che l’unica volta che riuscii a racimolare 5milalire, le regalai a un ragazzo che me le chiese. Io andavo a ballare, mi piaceva molto danzare, anche se non sapevo fare, al Piteco di Godo di Ravenna, dove le donne non pagavano o al massimo si pagava 500lire.  Si diceva che al Woodpeker si pagasse per entrare addirittura 20milalire, la stessa cifra che si pagava in Piazza san Marco a Venezia, circa venti anni fa per un caffè … e poi dicono che a rubare sono i ladri. Comunque meglio che io non sia entrata in quella discoteca perché si narravano certe cose strane. La discoteca aveva lo steso nome del segnale russo “Woodpecker”, il quale si supponeva che emettesse  frequenze in tutto il mondo da un trasmettitore vicino Kiev. I russi avrebbero recuperato le carte di Tesla riguardanti lo studio di queste frequenze, quando furono finalmente riportate in Iugoslavia dopo la sua morte.  Nikola Tesla aveva rivelato nel 1901, che l’energia avrebbe potuto essere trasmessa attraverso il terreno servendosi di onde ELF. Nulla ferma o indebolisce questi segnali e pare che qualcuno avesse realizzato delle attrezzature per misurare queste onde e il loro effetto sul cervello umano. Quello del controllo mentale della popolazione, è ritenuto da molti un argomento di “fantapolitica”, ma se fosse vero? Nel 1952 la famiglia De Maria apre un locale in centro a Milano Marittima, alla Terza Traversa. Il suo nome sarà appunto Woodpecker e si tratterà di un locale di prestigio, con prezzi molto alti per l’epoca.
Ma il rumore della sala da ballo infastidisce i residenti, così nel 1966 Gherardo De Maria decide di trasferire il Woodpecker nell’attuale collocazione, in mezzo alla pineta. A disegnare la struttura del locale viene chiamato l’architetto Filippo Monti di Faenza, figura in auge in quegli anni, che inventa un progetto senza precedenti. La struttura è unica nel suo genere: una collina artificiale ad anello racchiude al suo interno un piccolo laghetto ed una struttura di passerelle che forma alcune “isole”, su una delle quali poggia una enorme cupola in vetroresina. Venne progettato, come ho scritto sopra, dal celebre architetto Filippo Monti di Faenza, che in quel periodo era all’apice della fama, ma questo non basta alle autorità (attuale proprietario è il Comune di Cervia) per poterne avviare un riadattamento, se ne parla da anni, ma non si notano risultati; si spera che per ricordare la morte avvenuta in data 15/12/2015, dell’architetto Filippo Monti finalmente si possa recuperare questo gioiello.

immagine. Woodpecker

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 17/12/2015