API, SIMBOLO DI ROMAGNA

Saint_Apollenaris

Sant‘Apollinare,si festeggia il 23 luglio, originario di Antiochia in Siria, patrono e proto-vescovo di Ravenna, forse incaricato dallo stesso San Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo. Si dedicò all‘opera di evangelizzazione dell‘Emilia-Romagna, per morire infine martire. A Ravenna (nel Duomo) si conserva “e saint sasol“ ovvero un sasso come reliquia della sua presunta lapidazione.   Sant’Apollinare in Classe è la più grande basilica paleocristiana di Ravenna, fatta edificare dal Vescovo Ursicino, terminata e consacrata il 9 Maggio 549. Nell‘abside gli stupendi mosaici  sono testimonianza dell‘ultimo ciclo dell‘arte musiva ravennate. Al centro sotto la croce, è rappresentato Sant’Apollinare in posa di orante, con la pianeta arricchita di 207 api d‘oro, su di un luminoso prato verde, ricco di fiori e di alberi. Le api  passano quasi inosservate davanti alla bellezza di tutto l‘insieme, ma cosa significano, era forse Apollinare un apicoltore? Sto scherzando, Apollinare era un evangelizzatore quindi aveva il dono della parola e dell’eloquenza di cui le api sono simbolo. Probabilmente non è un caso che le api siano 207, in quanto 2+ 0+7 = 9, questo numero era sacro in quanto rappresentava un multiplo del 3 (la triade il numero perfetto).Inoltre le Muse, divinità minori appartenenti ad Apollo, erano 9 e cosa ancora più importante il concepimento dura 9 mesi. La prima iconografia dell’ape risale al neolitico (circa 9.000 anni fa). E‘stata scoperta nel 1921, in Spagna, una grotta sulle cui pareti è raffigurato un nido di api e un cercatore di miele. Lo sciame delle api viene assimilato alla struttura delle antiche società  matriarcali, composto da una madre (l‘ape regina) e una moltitudine di figlie sterili (le api operaie). La regina  è l‘unica a cui è delegata la procreazione, vive circa 4 anni e si differenzia dalle altre api perché nutrita esclusivamente con pappa reale. Sono le api operaie, che eseguiscono tutte le mansioni, fuori e dentro l’alveare, assolvendo cronologicamente ciascuna tutti i ruoli, nell’arco della loro breve vita, che va dai 40 giorni ai 3 mesi. I fuchi cioè i maschi, mangiano a sbafo, loro unico compito è fecondare la regina. La fecondazione avviene in volo, ed interessa un numero di fuchi notevole, anche 15 maschi! Per la simbologia dell’ape, si parte da lontano: dalla Grande Madre, poi la troviamo in Grecia dove lo stesso Zeus sarebbe stato nutrito di miele da Melissa. Il nome di Melissa deriva dal greco e significa “miele”. L’ape/dea  la troviamo tanto a  Creta che in Palestina. A Delfi sembra che il culto della dea/ape fosse successivamente sostituito da quello di Apollo…  Apollinare significa sacro ad Apollo. La chiesa cristiana, nei primi secoli, utilizzava le api come simbolo di resurrezione e come esempio di comunità da seguire; dalle arnie si traeva anche la cera per le candele delle celebrazioni sacre. Api d‘oro furono scoperte nel 1653 nella tomba di Childerico, fondatore nel 457 della dinastia Merovingia, l’ape fu così scelta come simbolo da Napoleone in modo da collegare la nuova dinastia alle origini stesse della Francia. Un altro personaggio famoso, Giuseppe Garibaldi si dilettava con l‘apicoltura anzi era la sua “occupazione prediletta”. Per tornare alla Romagna e a quanto l’apicoltura sia qui amata occorre citare due nomi: Carlo Carlini e Silvio Gardini. Carlo Carlini  nacque a Santarcangelo  nel 1875, svolse la professione di maestro di scuola, fra i suoi allievi fu anche il poeta Tonino Guerra. Carlini era chiamato ”il maestro delle api”  basti pensare che l‘Arnia Italica Carlini  è tuttora lo standard sul quale è basata tutta l’apicoltura italiana. Silvio Gardini nacque a San Pierino di Ravenna nel 1872, figlio del fattore dell‘azienda Ghezzo, una delle più avanzate e moderne di quel tempo. Gardini tracciò le linee dell’apicoltura moderna con l’inserimento di tecniche che forse sono da primato mondiale, ed insieme ad altri allevatori di api fondò a Ravenna il primo consorzio apicoltori in Italia, suo nipote fu il famoso uomo d’affari ravennate Raul Gardini.    

immagine: Sant’Apollinare in Classe (Ravenna)

articolo già pubblicato sul quotidiano  “La Voce di Romagna” il giorno 03/02/2014