Storie di santi e … calzolai

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San Mauro Pascoli è famoso in tutto il mondo per la produzione di scarpe di alta moda. Al toponimo San Mauro è stato aggiunto Pascoli in onore del famoso poeta qui nato. Intendo scrivere di scarpe ma prima voglio soffermarmi su Mauro vescovo di Cesena a fine IX secolo, un po’ dimenticato a favore del patrono San Giovanni Battista; ma anche San Mauro Pascoli lo snobba preferendogli come patrono San Crispino; certo Crispino è il protettore dei calzolai ma anche Mauro ha che fare coi piedi. Narra  San Pier Damiani che un pellegrino, andando in processione, per allacciarsi una scarpa posò il piede sopra una tomba nascosta dagli arbusti. Non riuscì più a staccarlo e fu necessario rompere il sarcofago, che rivelò così  la salma di Mauro che fu trasferita a Cesena. Crispino e Crispiniano sono raffigurati come due calzolai intenti al loro lavoro. I due Santi, di origine romana, si sarebbero recati in Gallia insieme con altri al tempo di Diocleziano, erano calzolai,e professavano la fede cristiana. Saputo ciò, I‘imperatore Massimiano li fece arrestare  dal prefetto Rizio Varo, un accanito persecutore dei cristiani,che non riuscendo in nessun modo a fargli rinnegare la fede, in un accesso d’ira si gettò nel fuoco! Massimiano per vendicare il suo ministro condannò i due Santi alla pena capitale. In questa storia ci sarebbe tanto da decifrare per comprendere cosa succedeva tra la popolazione nel passaggio fra il paganesimo e il  cristianesimo. Un dato di fatto era che i Romani che adottavano tutte le religioni dei paesi conquistati, non sapevano neanche più chi pregavano… si deus si dea ( se un dio o una dea) erano le scritte sulle raffigurazioni di dei che venivano da Oriente e da Occidente. Verso il IV secolo, c’era una tale confusione, una tale mancanza di spiritualità che il cristianesimo mise radici con energia. Su San Crispino c’è una bella leggenda che risale ai tempi  delle invasioni barbariche. Il mondo  romano stava crollando ed i contadini fuggivano dalle orde di Attila e di Genserico. Fra i fuggitivi c‘erano anche San Crispino e San Crispiniano. La notte di Natale, tremanti di freddo e di fame, bussarono alla porta di una povera casetta. Aprì una donna in lacrime, il marito era stato ucciso dai Barbari. Aveva un bambino e per scaldarlo aveva messo nel fuoco i suoi zoccoli, l’ultima cosa che aveva. I due  Santi, commossi, andarono ad abbattere un albero nel bosco, intagliarono due zoccoli che posarono davanti al focolare spento, ed ecco che miracolosamente i trucioli che avevano gettato nel camino si misero a danzare e a brillare. Non erano più trucioli di legno, ma pepite d‘oro. E così Crispino e Crispiniano furono proclamati patroni dei calzolai. Il piede é un capolavoro architettonico. Anche se é solo una piccola parte del nostro corpo sostiene e trasporta  tutto il nostro peso. Secondo i medici la struttura del piede può essere danneggiata gravemente dalle calzature sbagliate eppure specialmente noi donne ci lasciamo prendere dalla moda e calziamo improbabili scarpe con altezze vertiginose, tacchi a spillo di 14 centimetri magari con l’aggiunta di altri 5 centimetri del plateau, all’opposto indossiamo delle ballerine raso terra, dannose pure queste perché l’ideale è la scarpa con qualche centimetro di tacco, va bene che bellezza è un po’ soffrire, ma esiste anche: est modus in rebus (la giusta maniera). Naturalmente lo scrivo ma non lo faccio, perché anche io, come la maggior parte delle donne ho la mania delle scarpe,per consolarmi della mia ottusità penso alle pianelle molto diffuse in Europa tra il XIV/ XVII, calzature a forma di pantofola con la zeppa sino a 50 cm., oppure  alle scarpe col “pattino”delle veneziane del XVIII secolo che potevano essere alte sino a 50 centimetri (una sorta di ciabatta-involucro che serviva per non sporcare la scarpa vera  tra i tragitti da casa a casa) o le poulaine, scarpe della nobiltà del XIV con la punta superiore ai 15 cm., nel XV invece andavano di moda le calzature  “a piede d’orso” la cui punta poteva giungere a 15 cm, stavolta in larghezza. Quindi siamo nella norma, indossiamo felici le nostre belle scarpe.

immagine: locandina Festa San Crispino a San  Mauro Pascoli

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 28/07/2014