La nostra città ideale

1280px-Ravenna,_piazza_del_popolo,_colonne_di_pietro_lombardo,_1483,_00

Il 13 ottobre (cioè oggi) la commissione esaminatrice sarà in visita a Ravenna e il 17 ottobre ci sarà la scelta fra le città candidate (Siena, Cagliari, Matera, Lecce, Perugia, Ravenna). Quale sarà la Capitale europea della cultura 2019? Io sono piena di speranza e credo che Ravenna possa vincere. Nel Dossier della candidatura tanti eventi e tanti progetti, qualcuno un po’ scontato, qualcuno grandioso, ma ciò non ha importanza: si è pensato, attivato, creato, ci si è messi in gioco cercando di rendere Ravenna una città ideale. E come deve essere una città ideale? Nel ciclo del “Buono e del Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti che si trova   nel Palazzo Pubblico di Siena è raffigurato il Cattivo Governo nella personificazione di un Diavolo attorniato dalle figure: Crudeltà, Discordia, Guerra, Perfidia, Frode, Ira, Tirannide, Avarizia e Vanagloria che portano ad una comunità abbandonata a se stessa. All’opposto nel Buon Governo vi è la figura di un saggio monarca che siede sul trono, circondato dalle figure della Giustizia, della Temperanza, della Magnanimità, della Prudenza, della Fortezza e della Pace. Ravenna è un poco lontana dal Buon Governo e i cittadini di conseguenza pure loro. La delinquenza, i furti, gli atti di vandalismo e di bullismo in aumento perché? Prima di tutto per avere un  Buon Governo occorre denaro perché tutto costa dai mezzi pubblici, agli ospedali, ai parchi, alle scuole, agli asilo nido, musei, teatri, palestre, rampe per disabili, scuole d’italiano per immigrati ecc., senza dimenticare che se molto deve essere fatto per i giovani perché sono il futuro, di più occorre fare per gli anziani, che sono i nostri progenitori, in fondo gli anziani sono dei bambini brutti e perciò molto spesso scansati. Da dove prende i soldi il Buon Governo per fare ciò? Dalle tasse e quindi ora apprendiamo bene il perché del  primo articolo della nostra Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. (Se Ravenna vince con l’indotto ci sarà anche la città del lavoro). Poi ci sono i neuroni a specchio, quelli che imitano i comportamenti degli altri, così succede che non si dà una monetina al mendicante anzi lo si insulta, ci si arrabbia poi in auto con gestacci, a me hanno detto “puttana” in Piazza del Popolo, due neri, li ho infamati, ero nella Piazza, sotto la Sala del Comune, con accanto la sede della Prefettura, alle 18.00 di una sera di settembre, ci sono rimasta così male, però magari quei due erano senza lavoro e si sentivano inferiori e “sbagliati”. I neuroni a specchio che, secondo gli scienziati, fanno in modo che noi copiamo gli atteggiamenti degli altri istintivamente senza ragionare, sono gli stessi che permettono al bambino di imparare i movimenti, il linguaggio ecc., se in presenza di bambini ci limitiamo coi  comportamenti scorretti perché non ci imitino, perché poi non usiamo lo stesso metro con gli adulti? Se le parole non bastano per i bambini, ma occorre anche l’esempio, non credete che quest’ultimo serva allo stesso modo agli adulti? Usando comportamenti educati e corretti lo si diventa pure interiormente non solo esteriormente. La forza dei neuroni a specchio è neutrale, essi copiano quello che vedono, percepiscono quindi non solo il male ma anche il bene. Ravenna per realizzare la sua candidatura ha coinvolto il maggior numero di persone, associazioni, scuole, tutti ma proprio tutti, se volevano farlo, hanno avuto la possibilità di proporre le loro idee. Ravenna per la prima volta ha unito la Romagna, trascinando le altre città, le quali hanno generosamente risposto. Idealmente sono per una regione Romagna divisa dall’Emilia, ricordo che i romagnoli dovevano avere la loro regione già nel 1860 con l’Unità d’Italia, non l’ebbero in quanto l’Italia fu una Monarchia, i romagnoli che erano accesi repubblicani furono tenuti a distanza per timore di un capovolgimento di governo. Ironia della sorte, nel Secondo Dopoguerra l’Italia con suffragio universale divenne una repubblica, ma la Romagna repubblicana pagò lo scotto di aver dato i natali al Duce, a Roma si saranno detti… teniamo quei rivoluzionari assieme ai più civili emiliani. Buona fortuna Ravenna!

immagine: Piazza del Popolo Ravenna

 

 

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 13/10/2014