Alla scoperta di Premilcuore, tra fiumi e montagne

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Nella Romagna Toscana attorniato da alte colline verdeggianti, sulla strada che passa da Predappio e che si inerpica lungo la vallata del fiume Rabbi troviamo un borgo dal nome invitante: “Premilcuore”. Il paese conserva quasi intatto il nucleo medievale, dominato dai resti dell’antica rocca. Alle mura ci si accedeva da due porte: a nord da Porta di Sotto, demolita verso la fine del 1700, a sud da Porta Fiorentina, tuttora esistente, la porta presenta un’antica cella campanaria, al di sotto della quale si conserva un bell’orologio meccanico del 1593. Il nome Premilcuore  sembra derivi  dal latino “Planum Mercurii” italianizzato in“Plan Mercorio”. Il pezzo forte dell’ameno   paese è il verde che attornia il fiume Rabbi (da rabidus  cioè rabbioso, furente) che scorre limpido e veloce fra pozze spumeggianti e gorghi vorticosi, in certi punti i ragazzi si gettano dalle rupi, quasi come i famosi tuffi dalle rocce di Acapulco. Pochi chilometri e ci imbattiamo in Montalto,dove    troviamo una quercia di 400 anni dalla chioma dal diametro di 25 metri! Proseguiamo e siamo al paese fantasma, Castel dell’Alpe un borgo rurale fortificato, dove oggi c’è un piccolo abitato stretto intorno a una chiesa e una piazzetta contornata da case, con uno sparuto gruppo di persone che tuttora vive qui. Ancora qualche altro chilometro, giriamo a sinistra lungo un’erta dove sono poste nelle curve edicole riportanti la Via Crucis, si giunge a Fiumicello, piccolo nucleo abitato che fino al secolo scorso era formato solo dalla chiesa e dalla canonica. Il Santuario è dedicato alla Madonna delle Nevi. Per gli amanti della pesca vi è, annesso al ristorante, un laghetto artificiale, ricco soprattutto di trote, se riuscirete a pescarle, se lo gradite, la cuoca ve le cucinerà. Anni fa mentre a Fiumicello mangiavo le trote appena pescate da mio figlio, si avvicinò Don Giuseppe, l’artefice della Via Crucis, del laghetto, del ristorante e del Santuario, ci invitò nella canonica, voleva offrirci un “santin”, io credevo fosse un’immagine devozionale, scoprii invece che era il vin Santo… delizioso. Ora Don Giuseppe non c’è più ma credo che sarà molto contento che Fiumicello sia diventato un paese sempre più bello, ultimamente poi il borgo è meta di numerosi turisti che desiderano visitare l’antico Mulino Mengozzi, ora restaurato, unico esempio a ruota orizzontale tradizionale.

immagine: Premilcuore

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 08/09/2014