Michele da Cesena e la disputa sulla povertà

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Michele da Cesena nacque a Cesena nel 1270, morì a Monaco di Baviera nel 1342. Fu un religioso, teologo e filosofo. Nel 1316 fu eletto generale dell’Ordine francescano, fu un personaggio di grande rilievo nelle vicende politiche ed ecclesiastiche del XIV secolo. Sostenitore di papa Giovanni XXII, lo avversò quando questi condannò come eretiche le tesi sulla povertà della Chiesa. Michele si inserisce come conciliatore nella cosiddetta disputa sulla povertà e nella lotta delle investiture fra il papa e l’imperatore. Intorno al concetto di povertà divamparono aspri dibattiti e confronti, soprattutto quando papa Giovanni XXII si espresse con varie bolle pontificie, sulla falsità della povertà di Cristo e degli apostoli. Ponendo in discussione la povertà di Gesù, il papa non entrava in aperta contesa solo con i francescani spirituali, che si riconoscevano come gli unici fedeli allo stile di vita di San Francesco, che aveva già scomunicato nel 1317, ma con l’intero Ordine francescano. Una polemica aspra che durò vent’anni e che coinvolse anche il   successore di Giovanni XXII, coi francescani che difendevano la dottrina dell’assoluta povertà di Cristo, condannata come eretica dal pontefice. Nel 1322 Michele da Cesena, con altri esponenti di prestigio tra cui Guglielmo di Ockham si pronunciarono a favore dell’assoluta povertà di Gesù Cristo e degli apostoli. Giovanni XXII dichiarò eretica la loro posizione, Michele si rifugiò alla corte dell’imperatore Ludovico. La vicenda di Michele si inserì così nella lotta per l’investitura tra Giovanni XXII e Ludovico il Bavaro, che era riuscito ad avere la meglio su Federico d’Austria, e che aveva manifestato l’intenzione di scendere in Italia, in aperto contrasto con il papa che lo scomunicò. Il Bavaro, si infuriò e con un concilio dichiarò eretico Giovanni XXII. Michele si schierò con l’imperatore ed entrò a Roma al seguito di Ludovico, che venne incoronato imperatore. Il papa non lo riconobbe e scomunicò Michele. Ludovico nominò un antipapa, e se ne tornò in Germania con Michele. L’antipapa senza protezione si recò ad  Avignone a chiedere perdono a Giovanni XXII. La chiesa avigno­nese, venne bollata come la grande meretrice dell’Apocalisse, e Giovanni XXII come l’An­ticristo. Guglielmo di Ockham è il protagonista del famoso romanzo e film “Il nome della rosa” in cui figura anche Michele da Cesena.

 

 

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 13/07/2015