Il Papa contro la pornocrazia

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Pornocrazia è un neologismo che indica una forma di governo caratterizzata dalla forte influenza delle cortigiane sugli uomini di potere. Per estensione, il termine è riferito a un governo corrotto e dedito al favoritismo. La pornocrazia è  anche un periodo nella storia del papato che comincia con papa Sergio III nel 904 e termina con la morte di papa Giovanni XII nel 964. In quei tempi assai tristi per la Chiesa, i papi furono sotto l’influenza di donne corrotte, in particolare di Teodora e di sua figlia Marozia. Marozia  fu la concubina di papa Sergio III,  la madre di papa Giovanni XI e la nonna di papa Giovanni XII. Fu accusata di aver fatto assassinare papa Giovanni X ( di cui la madre Teodora era stata l’amante), allo scopo di favorire l’elezione di papa Leone VI, un altro suo amante e di aver manovrato l’elezione di papa  Stefano VII, un pontefice “di transizione” in attesa di poter insediare il figlio. Marozia  fu la dominatrice in assoluto delle elezioni dei papi, regnò su tutto il periodo “pornografico”.  Ma vediamo un po’ cosa c’entra Marozia con la  Romagna.  Papa Giovanni X, il papa che cercò di contrastare la terribile donna (sempre se i fatti si svolsero come dicono le fonti, infatti potrebbe darsi che gli storici  essendo maschi abbiano vituperato Marozia per le sue doti atte al potere) e da lei fatto eliminare, era nato  a Tossignano, sulle colline di Imola, inoltre fu vescovo di Ravenna per quattro anni, poi divenne papa anche se ai tempi un vescovo non poteva esserlo. Attorno al 900 nella nostra penisola erano frequenti le incursioni vichinghe e quelle dei saraceni, ancora oggi sono visibili le torri di avvistamento lungo il litorale adriatico che essendo prevalentemente sabbioso, era considerato  un facile approdo. Il nostro Giovanni X, con un’abile azione diplomatica, riuscì a riunire le forze dei vari principati italiani, unificandoli  sotto un’unica armata. La Lega cristiana respinse l’esercito musulmano e lo sconfisse sulle rive del Garigliano ottenendo una vittoria netta tale da togliere tutte le mire degli arabi sulla nostra penisola. Tolto il pericolo esterno Giovanni X riuscì anche a ottenere la pace interna per quasi dieci anni, finché Alberico I di Spoleto, marito di Marozia, riuscì a impadronirsi di Roma e a imporre la sua autorità, Giovanni X lo costrinse alla fuga e Alberico  fu ucciso dal popolo, forse sobillato dal papa. Marozia, vedova di Alberico, sposatasi nel frattempo con il duca Guido di Toscana, fratello di Ugo di Provenza, il quale aveva un proprio esercito, si dichiarò sua acerrima  nemica. Giovanni X tentò le armi della politica, offrendo a Ugo, cognato di Marozia, la corona imperiale, ma la situazione degenerò, Marozia  e il marito assaltarono il Laterano. Giovanni X chiese l’aiuto degli ungari, ma fu sconfitto ed arrestato, poi avvelenato o forse soffocato fra due cuscini. Marozia si trovava al massimo della gioia, aveva il potere… ma il marito muore. La donna non si perde d’animo, spregiudicata e astuta, non fa a tempo a seppellire Guido che già manda al cognato Ugo di Provenza, re d’Italia, una lettera in cui lo chiede in marito… e lui accetta subito. Il figlio di Marozia diviene papa col nome di Giovanni XI anche se è un ragazzo senza capacità ma tanto è la madre la papessa. Eppure anche per Marozia arriva la resa dei conti: Alberico, il suo secondogenito, divenuto duca di Spoleto vuole il potere tutto per lui, cala su Roma, caccia il patrigno, chiude il fratello Giovanni XI in Laterano, imponendogli di occuparsi solo delle anime dei romani e nulla più. Alberico rinchiude la madre in un convento di clausura, dove lei morirà lontana dal potere, eleggerà al soglio pontificio il proprio figlio, quindi nipote di Marozia, col nome di Giovanni XII, che sarà il peggiore di tutti, eletto a 16 anni, si narra che avesse inventato peccati sino ad allora sconosciuti. La vita di Marozia farà nascere la leggenda della papessa Giovanna, che si finge un maschio per farsi eleggere papa, poi scoperta perché durante una funzione ha le doglie e partorisce il figlio avuto da un amante. Marozia non si finge uomo, non si incorona papa, ma si comporta come un uomo di potere e gli uomini del tempo non furono al suo pari.

immagine: Marozia

 

articolo già pubblicato sul quotidiano “La voce di Romagna” il giorno 15 settembre 2014