I simboli che parlano

mausoleo_di_galla_placidia_colombe_abbeverantiSe ipotizziamo che l’abate di Rennes le Chateau, fosse entrato in possesso di “una qualche verità”, su Maria Maddalena, Gesù Cristo e la loro presunta stirpe che, con il passare degli anni, si individuò nella dinastia dei Merovingi, e analizziamo i principali simboli di questa casata: il giglio e l’ape, beh troveremo che queste immagini sono presenti in maniera massiccia anche in Toscana e in Romagna. Il “Fleur-de-Lys” o giglio stilizzato, pare sia stato adottato dal re merovingio Clodoveo nel V sec., dopo una vittoria contro i Visigoti, nei pressi del fiume Lys, in Belgio, dove questo fiore cresce in abbondanza. Clodoveo, di cui più di tutto si conosce un blasone con tre rospi, ma come narra la favola il rospo si trasforma in principe, si convertì al cristianesimo e da quel momento in poi il giglio, è diventato il simbolo dei re cristiani di Francia. Con il diffondersi delle pseudo-teorie associate al Santo Graal ed alla discendenza di Cristo, il “Fleur-de-Lys” viene così associato al “Sangue Reale”: la base del simbolo rappresenterebbe, secondo questa nuova concezione, Maria Maddalena mentre i tre petali effigierebbero i figli che essa ebbe da Gesù: Tamar, Joshua e Josephes. La simbologia cristiana vede nel giglio un’allusione alla Trinità divina, nella base orizzontale la figura di Maria, nei tre petali stilizzati: il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo che emana da Loro. Il giglio è considerato simbolo di purezza, candore, innocenza e verginità, è un attributo della Madonna. Spesso, il giglio e il fiore di loto si sostituiscono l’uno all’altro rappresentando, in tempi più antichi, la Grande Madre, Iside, Isis, Ishtar, Diana, la stessa dea che ha molti nomi. Il simbolo “IS”, presente nel Tempio Malatestiano di Rimini e nel Dollaro statunitense, si favoleggia sia ispirato proprio alla dea Isis, la città di Parigi sarebbe poi dedicata a lei, (Par-is). Il giglio si può trasformare stilisticamente in una colomba, simbolo dello Spirito Santo che viene visto scendere dal cielo in forma di colomba durante il Battesimo di Cristo, la colomba è un emblema dei Catari, le colombe più famose sono nel Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna. Gioacchino da Fiore è stato uno dei primi teologi ad approfondire lo Spirito Santo, concepì  una teoria secondo cui, dopo un’era del Padre (Ebraismo e Antico Testamento), era seguita l’epoca del Figlio (Cristianesimo e Nuovo Testamento) e infine sarebbe giunta l’ultima era, quella dello Spirito. Molti teologi hanno ripreso questa concezione in relazione all’era dello Spirito che sarebbe iniziata negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, con la nascita di numerosi movimenti e gruppi di preghiera sullo Spirito Santo, in ambito laico si pensi ai figli dei fiori, gli hippy, oppure si consideri oggi la New Age. Il giglio è il segno di riconoscimento di Sant’Antonio da Padova, uno dei Santi più amati e venerati della cristianità, la sua statua è presente nella chiesa di Rennes le Chateau, non credo sia un caso che la sede nazionale del Lectorium Rosicrucianum (Rosacroce), si trovi a pochi passi dall’Eremo di Montepaolo, luogo ove il Santo cominciò a predicare, il Santo era al tempo conosciuto col nome di Antonio da Forlì. Il giglio è nello stemma della città di Firenze e in Toscana c’è pure l’isola del Giglio, se ci si muove nel linguaggio dei simboli, il naufragio della Costa Concordia avvenuto il giorno 13 all’Isola del Giglio, può apparire come un sinistro messaggio. Eppure, il giglio che è analogo al fiore di loto e alla colomba, ha anche il significato di amore, il suo profumo è il contrario di un profumo casto; è un miscuglio di miele e di pepe, qualche cosa di acre e dolciastro, di tenue e forte; è fiore di Venere a causa del pistillo comparato al pene, è un simbolo della generazione, rappresenta anche il cedere alla volontà di Dio e alla realizzazione. Lo Spirito dell’era dell’Acquario, in cui doveva essere l’amore a far muovere le stelle e portarci alla pace e all’armonia, non si realizzerà sino a che i due emisferi celebrali, collegati alla razionalità e al sentimento, non smetteranno di farsi  guerra… sarà un caso che la Costa Concordia sia stata recuperata da un’azienda di Ravenna?

immagine: le colombe di Galla Placidia

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 06/03/2017