Dal 23 giugno al 1 luglio, Forlimpopoli festeggia Pellegrino Artusi il cuoco più famoso al mondo! Ma perché se ne andò in esilio a Firenze?

Dal 23 giugno al 1 luglio, Forlimpopoli festeggia Pellegrino Artusi il cuoco più famoso al mondo! Ma perché se ne andò in esilio a Firenze?

Redazione Romagna Futura di Redazione Romagna Futura, in Cultura Romagna, del 26 Giu 2018, 11:49

 

 Forlimpopoli è situata lungo la Via Emilia tra Forlì e Cesena, il toponimo deriva da forum Popilii, riferendosi ad un mercato ed alla Gens Popilia. Fondata dai Romani nel II secolo a.C., nel Medioevo fu frequentata dai pellegrini diretti a Roma. Periodo di cui si conserva la Rocca Albornoziana, a pianta quadrata che domina la piazza principale. Costruita verso la metà del XIV secolo sulle rovine dell’antica cattedrale, la Rocca ospita il municipio. Mentre nei suoi sotterranei ha sede il Museo Archeologico “Tobia Aldini”, con manufatti e reperti paleolitici, romani e medioevali.

Sempre nella piazza principale da visitare è la Chiesa dei Servi.Costruita verso la metà del XV secolo, presenta un interno ricco di decorazioni e dipinti di pregio. Tra cui una pala dell’Annunciazione dipinta da Marco Palmezzano. La località è nota soprattutto per aver dato i natali al famoso letterato e gastronomo Pellegrino Artusi, (Forlimpopoli 1820-Firenze 1911), tanto da definirsi Città Artusiana. Artusi come Dante, in uno specchio che rovescia l’immagine, lo dobbiamo dividere con Firenze. Visse per trent’anni a Forlimpopoli e per sessanta a Firenze, città dove scrisse il famoso trattato di gastronomia La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Beneedita nel 1891.

Il libro di “cucina”, più famoso al mondo, che fu considerato importante anche per la diffusione della lingua italiana, un tempo facente parte del corredo nuziale delle spose, che ancora oggi non perde il suo smalto, conta più di 130 edizioni con milioni di copie vendute, in prossima uscita anche in Giappone. Pellegrino nacque da famiglia benestante. Studiò prima nel seminario di Bertinoro e poi all’Università di Bologna. Senza però arrivare a raggiungere la laurea (altra analogia con Dante),  aiutando il padre Agostino nella gestione dell’affermata drogheria di famiglia.

Ma il 25 gennaio 1851, nella placida cittadina romagnola avvenne il fattaccio. L’incursione della banda di Stefano Pelloni detto il Passatore (dal mestiere del padre, traghettatore ovvero passatore del Lamone), a seguito della quale Pellegrino e la famiglia rimasero traumatizzati. L’assalto avvenne al teatro locale, dove tutte le famiglie benestanti stavano assistendo a uno spettacolo. I briganti presero in ostaggio i presenti, obbligandoli a consegnare denaro e gioielli. Pelloni e i suoi evidentemente erano ben informati, perché si resero conto che la facoltosa famiglia degli Artusi non era in sala. Si recarono così alla loro casa, portando, sotto minaccia, un amico di famiglia, tale Ruggero Ricci.

Agostino, fidandosi dell’amico Ruggero, scese ed aprì la porta. La banda era assai numerosa, una quindicina di briganti, devastarono la casa e picchiarono gli Artusi. Due delle sorelle, riuscirono a mettersi in salvo nascondendosi, mentre un’altra sorella venne violentata. A seguito ciò la ragazza non si riprese più, tanto da cadere nel buio della pazzia. Gli Artusi lasciarono Forlimpopoli per sempre, vendettero casa e drogheria, trasferendosi a Firenze. Sposate le sorelle e morti i genitori, a cinquant’anni, Pellegrino poté vivere di rendita, grazie alle tenute che la famiglia possedeva in Romagna (a Borgo Pieve Sestina di Cesena e a Sant’Andrea di Forlimpopoli), conducendo una vita tranquilla.

Non si sposò mai, appassionandosi alla sperimentazione di ricette, cercando sempre di riutilizzare gli “avanzi”. Perché il cibo non si doveva sprecare mai, assieme a un cuoco romagnolo: Francesco, a una cuoca toscana, la Marietta, e ai suoi due amati gatti. Morì, a 90 anni. Riposa nel cimitero di San Miniato al Monte. Lasciò parte dell’eredità al natio Comune di Forlimpopoli per opere sociali. Forlimpopoli non lo ha mai dimenticato, in città vi sono una statua, un busto, una strada, un istituto alberghiero e la biblioteca intitolate all’Artusi. Oltre al Museo Casa Artusi che raccoglie documenti e cimeli della storia della cucina casalinga italiana.

Inoltre dal 1997 il comune di Forlimpopoli, organizza la “Festa Artusiana”, manifestazione dedicata alla gastronomia. Tra gli eventi principali vi sono: l’assegnazione del “Premio Pellegrino Artusi” e il “Premio Marietta”. Con la “Festa Artusiana”, Forlimpopoli si trasforma nella capitale del “mangiar bene” con un ricco programma di spettacoli, mostre ed eventi culturali. Dal 23 giugno al 1 luglio, non mancate. La “Festa Artusiana” vi aspetta!

Paola Tassinari

Redazione Romagna Futura

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