Ma perché festeggiare… le corna?

CorsaBecchi2013

Era usanza, in Romagna, qualche decennio fa, per San Martino, cioè l’11 novembre partecipare alla corsa dei becchi, anche nei piccoli paesi c’era fermento e partecipazione. Il becco è una capra, il riferimento è alle sue corna e a qualsiasi animale con le tanto temute biforcazioni, in quanto per corna si intende che la moglie o la compagna ti ha tradito. La corsa dei becchi è la marcia dei cornuti. Ma perché facevano questa corsa solo per uomini, sposati o fidanzati dove i giovani li deridevano con schiamazzi ed urla? Le ipotesi sono tante, l’usanza risale comunque ai Celti. Qualcuno pensa che, essendo il giorno 11, questo simbolo raffiguri le corna eseguite con le mani. Altri lo ritengono un uso antico, in cui gli uomini correvano attorno all’accampamento con stecchi o corna in testa, come rito scaramantico per l’abitato. Probabile fosse una specie di rito di purificazione per eliminare nella chiusura dell’anno agricolo tutte le mancanze o i peccati dell’anno, attraverso la loro pubblica denuncia. L’adulterio era considerato un peccato grave, un male nefasto, non solo perché poteva creare tensioni nella comunità, che invece doveva avere la propria forza nella coesione, ma anche perché, in un ambito religioso, in cui si pensava che i morti tornassero a rinascere nei propri discendenti, una nascita “irregolare” avrebbe precluso il ritorno degli antenati a favore di quelli del seduttore. Ma se ciò accadeva perché non era colpa della donna, che tradiva? No, la pubblica riprovazione andava ai “becchi”. Mentre la natura, nel mese di novembre, accettava il seme nella terra, dopo essere stata dissodata, il becco non era capace di fecondare la sua donna, attirando così la malasorte sulla comunità e sul raccolto. Le donne non erano disprezzate perché concepivano lo stesso, era il becco che difettava. Così il cornuto diventava anche capro espiatorio. Per la festa di San Martino, a Santarcangelo,  oltre alla corsa dei becchi, si svolge ieri come oggi, la fiera più importante di animali con le corna, mucche, buoi, tori, capre, montoni, qualcuno considera questo il motivo della corsa dei cornuti. La festa ha inizio,   con la tradizionale corsa dei becchi, che transita sotto l’Arco di Clemente XIV, a cui vengono appese, per l’occasione, grandi corna. La tradizione vuole che oscillino al passaggio delle persone che hanno le corna… cioè che sono state tradite.

 articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Ravenna” il giorno 09/11/2015