RIFLESSIONE SULLA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA

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Quand che al nuval al va a bulogna e piòv c’un s’vargogna. (Quando le nuvole vanno verso Bologna, piove senza vergogna) Prendo spunto da questo proverbio romagnolo per soffermarmi sull’ossessione che in questi giorni ha invaso Palazzo Fava, a Bologna, che ospita, secondo gli ideatori della mostra, il capolavoro dei capolavori: “La Ragazza con l’orecchino di perla”, (il titolo del quadro in realtà sarebbe ‘Ragazza col turbante’) ignorando le altre seppur importanti tele tra cui opere di Hals e di Rembrandt. Di Jan Vermeer, l’autore, si sa veramente poco, affiancava l’attività di pittore a quella di locandiere ed aveva una tecnica particolare che“illuminava” il dipinto. Usava i pigmenti più costosi, non rinunciò ad usare i lapislazzuli, per ottenere il blu oltremare, dal costo proibitivo anche negli anni in cui versava in pessime condizioni economiche. Nel 1900 un abilissimo falsario, utilizzando le stesse tecniche pittoriche dell‘artista, creò numerosi dipinti con composizioni del tutto originali riuscendo a spacciarli come opere autentiche di Vermeer, tanto che molti famosi collezionisti ed alcuni dei più importanti musei d‘Europa acquisirono questi dipinti nelle proprie collezioni. La “Ragazza col turbante” è uno fra i suoi altri capolavori, e a seconda del gusto delle persone può piacere o non piacere.  Il deus ex machina  dello  show è Marco Goldin, autore anche di belle mostre tenutisi a Rimini, certo occorre dargli merito delle qualità delle opere, le quali si spostano dai loro musei a suon di bigliettoni che devono poi essere recuperati  dalla vendita dei biglietti. Detto questo, mi chiedo come mai nella società della comunicazione di oggi pensiamo sempre più passivamente, crediamo che la Gioconda sia il più bel quadro del mondo, per qualcuno forse, ma la Gioconda è bruttina, è diventata famosa per un furto effettuato nel 1911, da lì gli artisti fecero il resto, Duchamp ad esempio la dipinse coi baffi. Marco Goldin organizza bellissime esposizioni, in cui vuole risvegliare le emozioni, ma qua mi pare che si faccia di tutto per far sì che le persone non pensino autonomamente, attirandoli con pregiudizi e luoghi comuni, i più diffusi nella società. Andiamo a vedere la “Ragazza”, ma non dimentichiamo di vedere le altre mostre che si svolgono in Italia, soprattutto visitate i musei, per primo quello della vostra città.       

immagine: “La ragazza col turbante” di  Jan Vermeer

 articolo già pubblicato  sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 24/02/2014