PESCE D’APRILE LE ORIGINI

Pesce d'aprile

Da dove derivi l’origine del pesce d’aprile nessuno lo sa con certezza, si tramanda ormai da secoli,  ma questo pesce sfugge a qualsiasi pescatore. Le leggende sono tante, una narra che la creazione del mondo terminò il 1 aprile e  Dio tornò in cielo. Gli uomini non sapendo cosa fare si misero a cercare il cibo per sfamarsi ma i più stolti intralciavano le ricerche dei più efficienti, così gli sciocchi furono inviati lontano a prendere cose inesistenti. Venendo un po’ più avanti coi tempi c’è chi ci  trova un’allusione ad un antichissimo uso degli Ebrei, quello di mandare, per disprezzo, una persona in giro di qua e di là, come fecero per Cristo. Un’altra ipotesi riferisce che un tempo il 1 d’aprile era la data che segnava l’inizio dell’anno, data che fu poi spostata dalla Chiesa al 1 gennaio, la vecchia tradizione continuò a sopravvivere tra i pagani, che per questo venivano derisi e scherniti. Altri fanno riferimento alla festività di Hilaria  (gioia) il 25 marzo i Romani festeggiavano la dea Cibele, la particolarità di questo giorno di festa era il permesso di dare vita a qualsiasi forma di scherzo o gioco. Oppure hanno ipotizzato come origine del pesce d’aprile il mito di Proserpina che dopo essere stata rapita da Plutone, viene cercata dalla madre;  ed anche alla festa pagana di Venere Verticordia (che cambia i cuori), che aveva attinenza con l’usanza di prendersi gioco degli altri. In Francia il 1 Aprile 1634, il duca Francesco di Lorena, prigioniero del re Luigi XIII, riuscì a fuggire dal Castello di Nancy nuotando sotto il pelo dell’acqua di un fiume, le guardie furono derise commentando che erano state raggirate da un enorme “pesce”, da qui la scelta del simbolo del pesce del 1 aprile. Un’altra variante francese è legata al 1564 quando Carlo IX  adottò il calendario gregoriano (Giulio Cesare nel promulgare il calendario giuliano, stabilì che   l’anno iniziasse il 1 gennaio  anziché il 1 marzo, quando l’impero romano  crollò, ogni stato iniziò ad avere una datazione diversa che poi si unificò col calendario gregoriano introdotto nel 1582 da papa Gregorio XIII). Non tutti accettarono il cambiamento, questi ultimi che preferivano festeggiarlo il 1 aprile venivano presi in giro come “Poisson d’Avril”.  In Inghilterra  1 aprile è l’“April Fools” (sciocchi d’aprile). Insomma questo giorno d’aprile a che fare con gli schiocchi, gli scherzi e i pesci. Ma il pesce cosa c’entra? In quei giorni il sole lascia il segno dei pesci e va in ariete. In Romagna c’è stato un tempo  in cui usavano fare scherzi feroci il solito Michele Placucci riporta: “Si rinviene un uomo il più goffo, ed il meno accorto della villa, gli si pone addosso una cassa piena di sassi, e gli si commette di portarla alla parrocchia dicendogli che sono le chiavi dell’alleluia; dalla chiesa si fa girare qua e là, finché si accorge della burla”. Le ipotesi non finiscono qui ce ne sono altre, in Scozia, il “pesce d’aprile”viene chiamato  “Taily Day” ( giorno delle natiche), gli scozzesi attaccano alle spalle un cartello  con la scritta “Kick me”( Prendimi a calci). Il pesce è anche un simbolo fallico e posto alle spalle, capite bene il significato, guarda caso nella storia  egiziana il pesce del Nilo inghiottì  il pene di Osiris. Così arriviamo alla decifrazione del pesce d’aprile, non è nient’altro che il capro espiatorio, ora lo si ricorda bonariamente un tempo lo si uccideva. La ricerca di un capro espiatorio è il tentativo inconscio di scaricare l’energia negativa che non siamo in grado di sopportare è la soluzione per trovare un colpevole piuttosto che risolvere il problema che, in questo modo, viene solo rimandato. La Chiesa che la sa lunga sulle tradizioni il 1 aprile festeggia Sant‘Ugo di Grenoble vescovo integerrimo che si adoperò per la riforma dei costumi del clero e del popolo e, durante il suo episcopato fu esempio di carità. La remora è un pesce di mare che ha una una sorta di ventosa, con cui si attacca a scafi o a pesci più grandi, in antichità si pensava che questi pesci potessero fermare le navi, il loro nome significa: indugio, ritardo, freno. Meglio allora agire con remora agli scherzi che divertono solo chi li fa e gli spettatori, non chi li subisce.

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 31/03/2014