NON VELINE MA VENERE

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In Italia la prima festa della donna si celebrò il 12 Marzo 1922 (la domenica successiva all’8) sotto la spinta del Partito Comunista. Il dono della mimosa  è diffuso solo nel nostro Paese e venne distribuito per la prima volta nel 1946. A quei tempi in Romagna nell’immaginario popolare era la festa delle “donne comuniste”.  Col tempo la mimosa è stata sdoganata e la festa non è più caratterizzata da impegno politico ma da feste a volte un po’ avvilenti o malinconiche. La mimosa è un fiore bellissimo che rappresenta al meglio l’intelligenza, la forza e la bellezza delle donne. Il fiore sboccia pochi giorni prima della primavera, di colore giallo e perciò legato al sole e alla vita, fa parte della famiglia delle acacie il cui nome significa “intreccio di canne flessibili”.  Scrivere sulle donne è assai difficile, ma devo tentarci perché ho ricevuto una sfida da un uomo. Questi mi ha detto provocandomi: “Chiediti come sarebbe una Repubblica governata da sole donne, non te la senti vero? Sai che le brutte impiccherebbero tutte le belle”. Se credeva di scandalizzarmi si è sbagliato, conosco la malignità e l’invidia delle donne, ma so pure della superbia e dell’insensibilità dell’uomo. Nella “Venere degli stracci” (1967) di Michelangelo Pistoletto, leader dell’Arte Povera e fautore del “Terzo  paradiso”, vi è la risposta su cosa sia oggi la donna. Il terzo paradiso è la fusione tra il primo (regolato dalla natura) ed il secondo paradiso  (sviluppato dall’uomo con ogni artificio, divenuto innaturale e globalizzante). Il terzo paradiso consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra in un passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. Ma torniamo alle donne, l’opera di Pistoletto è una riproduzione della Venere Callipigia (significa dalle belle natiche o lato B come si dice oggi) attorniata da cenci colorati. La Venere Callipigia  è esposta al Museo Archeologico di Napoli, è una replica di un bronzo ellenistico, è considerata un’icona della bellezza ideale, è una copia quindi è un falso, da cui Pistoletto realizza un’ulteriore contraffazione, molta più vitalità e genuinità vi è negli stracci colorati che la ricoprono. Un materiale povero come gli stracci acquista dignità, supera la Venere saltando il concetto di cultura alta e di cultura bassa. La Venere dalle belle natiche è falsa, e la Venere vera dove si trova? Il decantato Bello ideale è falso non ci appartiene più, la vita vera è negli stracci. E’ la vita vera, delle donne meravigliose, che lavorano, amano i figli e la loro casa, le donne generose. Un po’ pazze e isteriche ma a cui basta un fiore in dono. Oggi indossiamo l’abito consumistico, ma questo non è totalmente da demonizzare, diciamo che è da sistemare. Un po’ di colpa è nostra se a forza di sentirci dire le stesse cose poi le adottiamo anche se non ci piacciono realmente.  Siamo schiave della  transitorietà della moda e della bellezza immutabile. Ma la bellezza non è immutabile cambia coi tempi e la vita è un transito è per questo che abbocchiamo alla pubblicità perché mischia il vero col falso. Queste Veneri degli stracci invece di amarle le avete costrette a ferree diete dimagranti, a siliconarsi, a cambiare la loro dolcezza in aggressività.  Certo le Veneri povere vogliono mutuare le veline della tv,  vogliono rifarsi anche loro il seno e le labbra e poi vogliono un uomo ricco o più giovane, l’ideale di uomo è un calciatore. Ma chi ci ha messo in testa questo? Se la donna è autolesionista, l’uomo dov’era? Donne dono divino, in grado di fare miracoli, almeno ancora per un po’, fra poco ci toglieranno la possibilità di procreare rendendo la maternità artificiale. Smettiamola di farci condizionare dagli stereotipi, la bellezza è relativa, ciò che ci piace veramente lo sa il nostro corpo, non i mass media, noi cerchiamo chi ama la vita, chi sa coglierla per quella che è…un mistero. Non c’è nulla di più attraente del mistero e noi donne lo siamo.     

immagine: Venere degli stracci Michelangelo Pistoletto

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 10/03/2014