I miracoli del Santo

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Sarsina, è la patria di illustri personaggi: Tito Maccio Plauto, scrittore latino, autore di famose commedie come il Miles gloriosus; San Vicinio, a cui si lega la tradizione del collare dalle proprietà taumaturgiche; Lucio Pisone che si distinse nella battaglia di Canne, è ricordato con un episodio in cui Lucio a terra e quasi morente, vedendo giungere Annibale gli scagliò la lancia colpendo il suo cavallo che stramazzò al suolo, al che il Cartaginese avrebbe esclamato:“Questi romani combattono anche da morti!”; infine Cesio Sabino fu un importante magistrato, abbellì la città di edifici in pietra e in marmo, fu amico dei Flavi e del poeta Marziale. Sarsina, fu conquistata dai Romani nel 266 a.C., già importante centro sotto gli Umbri, divenne con l’apertura del porto di Classe, un asse privilegiato per i traffici ed i commerci. La città iniziò il declino con la calamità di un grande incendio e poi nel V secolo con l’invasione dei Visigoti di Alarico. Sede di diocesi sin dal IV secolo, viene infine accorpata alla diocesi di Cesena- Sarsina (1976). Sarsina  sembra essere il luogo più odiato dal diavolo. Nella bella cattedrale romanica, costruita attorno all’anno Mille è conservato il collare di San Vicinio, è famoso in tutta la Romagna e non solo, ogni anno da ogni parte d’Italia arrivano i fedeli. San Vicinio, primo vescovo e protettore di Sarsina, visse tra il III e il IV secolo, si racconta che il vescovo fu eletto direttamente da Dio e che il suo collare lo usasse nei momenti di preghiera e di meditazione,  appesantendosi il collo aggiungendoci una grande pietra. Il collare ha due bracci di  ferro, terminanti con due anelli combacianti, viene usato per benedire gli ossessi, persone psicopatiche o colpite da malefici, si raccontano episodi inquietanti e anomali.  Si dice che il collare sia la mano del Santo che intercede per noi presso Dio. All‘interno della Cattedrale ci sono alcuni sacerdoti a cui compete l‘esecuzione degli esorcismi ma solo se autorizzati del Vescovo. La cattedrale è intitolata a Santa Maria Annunziata oltre ad essere naturalmente il santuario di San Vicinio, questi in vita era solito isolarsi in un bosco sul monte che oggi porta il suo nome, era un eremita, si narra che un giorno, mentre il Santo  pregava nel silenzio della montagna, una quercia piegò i suoi rami fino a terra, inchinandosi alla sua santità. I miracoli sono legati alla liberazione di un indemoniato e a un mendicante  che rubò il collare del Santo, questi giunto al fiume Savio corse a vuoto tutta la notte, ritrovandosi al mattino al medesimo punto, colto da rimorso,  gettò il collare nel fiume, dove fu ritrovato  tre giorni dopo. Probabilmente il Santo era un Druido convertitosi al cristianesimo. I Druidi erano i “sacerdoti” dei Celti avevano grandi conoscenze su tutto ciò che concerneva la natura, erano dei taumaturghi/erboristi/farmacisti. Vivevano isolati nei boschi, nelle grotte o sui monti. La quercia era l’albero a loro sacro. Il collare del Santo è simile alla torque. Per i Celti la torque era molto più di un gioiello: era un oggetto mistico, parte integrante dell‘identità del popolo. Costituiva una sorta di segno tipico della divinità e di conseguenza, indossandola ci si garantiva protezione. Un guerriero celtico andava a volte nudo in battaglia ma mai senza la sua torque. Inizialmente la torque  fu il simbolo, delle donne al potere, ovvero di principesse e donne importanti della società celtica, successivamente divenne maschile, probabile  sia un ricordo del passaggio dal matriarcato al patriarcato. Tiriamo le somme, San Vicinio vive isolato, è un guaritore, porta una specie di torque , la quercia è un suo attributo e molto probabilmente venera la Madonna, infatti il suo santuario è intitolato a Santa Maria Annunziata. Vicinio e altri Padri del deserto, forse erano Druidi che si convertirono molto spesso tramite la figura della Madonna. “I primi missionari cristiani scoprirono in Gallia un gruppo di Celti intenti a venerare una figura femminile nell’atto di dare alla luce un bambino e spiegarono agli indigeni che, senza saperlo, stavano adorando un‘immagine della Madonna e che loro erano già cristiani”.
   

immagine: mosaico raffigurante San Vicinio basilica di sarsina

articolo già pubblicato sul quotidiano “la Voce di Romagna” il giorno 16/06/2014