Le storie vicino a Palazzo Albertini in piazza Saffi

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Palazzo Albertini è un edificio in stile veneziano risalente al 1400 situato in Piazza Saffi a Forlì, appartenne alla famiglia degli Albertini, una dinastia di farmacisti. Ludovico Albertini fu lo speziale di fiducia di Caterina Sforza, con la quale collaborò a lungo nello sperimentare le famose ricette di bellezza raccolte poi da Caterina in un manoscritto, di cui se ne conserva una copia, contenente ben 454 formule. A poca distanza dal palazzo, sull’attuale corso Diaz, si trovava il Fondaco di Spezerie, sulla facciata vi era l’affresco del “Pestapepe”. Non stupisce la pittura sui muri esterni, era usuale in quel periodo, non meraviglia la scelta di pubblicizzare il pepe, ai tempi le spezie erano un commercio importante e redditizio, in particolare il pepe era largamente usato, per chi ne aveva le possibilità, e raccomandato per il suo alto potere calorifero, era anche considerato afrodisiaco quindi era naturale che l’operazione del pestare il pepe potesse diventare l’insegna di una spezieria. L’inconsueto, il prodigioso sta nell’elevata qualità dell’opera. La figura ben disegnata di un uomo di forse quarant’anni alza veemente con ambedue le mani un pestello grande come una clava, ha la veste svolazzante verde oliva, la camicia bianca, il viso contratto in cui si evidenziano due porri e i piccoli denti serrati. Il gesto del pestare non c’è, è colto nell’attimo prima di abbassare il “pestellone”, è l’osservatore che fa tutto ed immagina tutto, il tonfo, lo scricchiolare del pepe la fatica dell’uomo. L’opera era in passato attribuita a Melozzo da Forlì; ma l’impeto che presenta è assolutamente estraneo alla statica ed armonica visione dell’artista forlivese, forse l’attribuzione era dovuta al grande desiderio di conservare nella sua città natale almeno un’opera. L’energia della figura è tutta ferrarese. Più precisamente il Longhi ne ha indicato la stretta affinità con la parte degli affreschi di Schifanoia affidati a Francesco del Cossa, artista che è tra i più grandi del Quattrocento. I denti del “Pestapepe” mi ricordano e mi danno gli stessi brividi dei denti della “Maddalena piangente” unico frammento sopravvissuto degli affreschi della cappella Garganelli, eseguiti da Ercole de Roberti e Francesco del Cossa a Bologna,oggi conservato nella Pinacoteca di Bologna, mentre il Pestapepe si trova nei Musei San Domenico di Forlì.

 

immagine: Il Pestapepe

 

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Vove di Romagna” il giorno 03/11/2014