LE SPOGLIE DI SAN GIULIANO

 

Borgo San GiulianoDal centro storico di Rimini si giunge al ponte di Tiberio, lo si passa e si entra nel Borgo San Giuliano. E’ un piacere passeggiare fra le sue stradine e piazzette, immaginandosi le povere case di una volta, la vita dei pescatori e dei marinai; oggi tutto è perfettamente ristrutturato: muri color pastello spesso decorati da grandi murales e vasi di fiori sui balconi. Si dice che il Borgo fosse il luogo preferito di Federico Fellini e Giulietta Masina, di cui vi è un bel murales, di certo qui si percepisce l’orgoglio di essere “del borgo”. La Chiesa di San Giuliano Martire, si trova qui, è un importante edificio che contiene tesori. La Chiesa è stata edificata nel XI secolo, e restaurata nel Cinquecento, periodo al quale risale la facciata rinascimentale che la caratterizza per linee eleganti e pulite. All’interno troviamo il sarcofago romano che conteneva le spoglie di San Giuliano, un polittico del XV secolo realizzato da Bittino da Faenza con le storie del Santo e una tela col suo martirio, capolavoro di Paolo Veronese. Nel 1910 fu eseguita una ricognizione al sarcofago,fu datato al periodo imperiale romano, si notò che appariva consunto e abraso in molte parti: i fedeli avevano infatti l’abitudine di grattarne la superficie per ottenere una polvere che credevano miracolosa. La tradizione vuole che il sarcofago sia approdato sulla spiaggia di Rimini, dalla Dalmazia.Bittino da Faenza(1357/1427) fu un pittore italiano minore, attivo soprattutto in Emilia Romagna, il suo stile è gotico, ma risulta assai piacevole nella sua minuziosità. Nella chiesa di San Giuliano lascia un polittico con le scene della vita di Giuliano, martirizzato appena diciottenne. Vi compare la figura della madre, che gli è d’incoraggiamento, sia durante l’interrogatorio, sia nell’esecuzione del martirio. Il giovane Giuliano dopo essere stato condannato dal Tribunale, venne messo dentro un sacco chiuso contenente sabbia e serpenti e gettato in mare, dove morì annegato, si suppone forse nel 249. Il suo corpo fu restituito dal mare sulla costa dell’isola di Marmara (Turchia), e qui deposto in un sarcofago; ma poi attorno al 961, il sarcofago precipitò in mare e galleggiando nell’Adriatico, guidato da angeli, approdò a Rimini, in località Sacramora (sacra dimora). Qui dove sostò l’arca di Giuliano sgorgò poi una fonte di acqua pura. Si cercò di trasportarlo in cattedrale ma gli sforzi risultarono vani, per cui furono indette molte preghiere, infine con l’aiuto di due bovini, e con tutto il popolo riminese si riuscì a trasportarlo nel vicino monastero dei Santi Pietro e Paolo, oggi Chiesa di San Giuliano. Il giovane martire è molto venerato dalla città di Rimini, di cui è patrono dal 1225. Paolo Veronese (1528/1588) nato e formatosi a Verona, per lo più operò a Venezia. Il suo stile è decorativo, con influssi manieristici del Parmigianino e di Giulio Romano, la sua pittura risulta libera e sinuosa col colore sempre intenso e ricco. Il suo soggetto preferito sono state le Cene, tele monumentali che dovevano rappresentare cene religiose in realtà banchetti sontuosi. Con il Convito in casa Levi (Gallerie dell’Accademia, Venezia), lo sfarzo scenografico e l’esaltazione del lusso gli valsero un processo del Santo Uffizio in quanto la tela era stata commissionata dai frati domenicani come “Ultima cena”. Il suo capolavoro è la Sala del Collegio a Palazzo Ducale di Venezia. Dal XVI secolo ci furono molti pittori veneti che operarono lungo tutta l’area adriatica dalla Romagna alle Marche. La pala di Veronese del San Giuliano accentua una forte pietà terrena, in contrapposizione a una grande gloria divina. La parte superiore del quadro presenta la figura della Madonna attorniata dai Santi di cui uno ha uno spettacolare manto rosso; in basso è raffigurata la scena del martirio, Giuliano è biancheggiante nella sua nudità, indifeso e tenero coi capelli biondi e ricci, immagine luminosa fra lo scuro degli armigeri e di altri personaggi, vicino a lui la figura addolorata della madre. La divisione fra la parte celeste e quella terrena è data da uno splendido scorcio di nubi fra il cielo blu e in lontananza il verde di colline e pianure.

 

immagine: Borgo San Giuliano

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 05/09/2016