Le api, nostre benefattrici

Le api nostre amiche

Gli antichi Romani quando brindavano alzavano le coppe dicendo: “prosit”, un’esclamazione latina che significa: “sia a favore” e molto spesso lo facevano con l’idromele.  L’idromele è una bevanda alcoolica ricavata dalla fermentazione di acqua e miele. L’uomo primitivo può avere facilmente scoperto che una miscela di miele e acqua, lasciata in un ambiente tiepido, poteva fermentare e diventare una bevanda capace di indurre stati alterati di coscienza o di dare la sensazione di poteri magici… una bevanda simile al vino, Omero la chiama ambrosia. Le origini dell’idromele sono   difficilmente databili. Si hanno notizie del fatto che fosse largamente diffuso e consumato sia nell‘Antico  Egitto, sia dai Greci e dai Romani, dai Celti, dai Vichingi e dagli Slavi, doveva costituire una sorta di bevanda nazionale per un intero emisfero geografico e culturale. Era una bevanda considerata sacra, spesso chiamata il nettare degli dei, e offerta in dono alle varie divinità pagane. Durante le feste e i banchetti era sempre presente, simbolo di fertilità e felicità, e veniva regalato alle coppie di sposi in grandi quantità come dono beneaugurante. Alcuni  ritengono che proprio da questa usanza di regalare idromele e miele ai neo sposi derivi la parola  “luna di miele”. Nell’antichità l’ape era sacra, ma ancora oggi questo insetto è nel nostro immaginario come un qualcosa di particolare. “Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”, questo è ciò che avrebbe detto Einstein, considerata oggi una bufala, ma ne siamo certi? C’è chi asserisce che le api non si avvicinano a campi con coltivazione OGM, ritenendoli “avvelenati ”. Aldilà  di questa opinione, e del fatto che le api siano le maggiori impollinatrici, ci sarebbe anche un legame comportamentale, un paragone fra il modo di fare delle api, dei ragni e di noi stessi:“la battaglia fra ragni ed api”. Questa contesa è connessa alla disputa fra gli antichi e i moderni, una polemica nata nell’Accademia francese del XVII secolo, che si risolse più o meno così: Il ragno individualista, simbolizza i moderni, crede di dovere tutto al proprio patrimonio, l’ape, rappresenta gli antichi, riconosce nella sua attività il fatto che il linguaggio sia preesistente e che la scoperta non sia una creazione, ma un trovare e un ritrovare. Appare quindi l’arroganza del ragno “moderno” contro l’umiltà  dell’ape “conservatrice”.  Ma torniamo alle api, le quali hanno rischiato seriamente di sparire a causa dell‘uomo. Ora la loro salute è migliorata, ma tanto deve essere ancora fatto per salvare, con loro, la biodiversità vegetale. Oggi, nel nostro Paese l’idromele è quasi sconosciuto, ma ogni anno si producono circa 23mila tonnellate di miele, secondo recenti dati in Italia ci sono circa 40mila apicoltori. Sono quattro le qualità di miele che rientrano nell’elenco dei prodotti tradizionali della regione Emilia Romagna: Il Miele dell’Appennino, il Miele di erba medica della pianura, il Miele vergine integrale e infine il Miele di tiglio, tipico della provincia di Ravenna. La Romagna dedica alla fine di agosto (quest’anno il 6/7 settembre) una festa al miele, a pochi chilometri dalla costa romagnola risalendo verso l’entroterra di Rimini: a Montebello; dove è possibile ammirare il Castello divenuto famoso per la leggenda di Azzurrina. Durante le due serate della sagra si  possono gustare i prodotti  dell’alveare,rallegrarsi fra mercatini ed  intrattenimenti vari lungo le vie di questo borgo affascinante sulle colline riminesi. Tipico di questa zona è il miele di castagno, dal gusto amarognolo e forte, che è l’abbinamento  ideale del formaggio di fossa e la melata, ricavata dagli alberi di querce, dal colore ambrato e ricca di minerali, come il potassio. La melata è un liquido zuccherino e vischioso che ricopre le foglie solo di certi alberi, liquido secreto da afidi che si nutrono della linfa di queste piante, e bottinato dalle api come il nettare dei fiori. Altre produzioni apistiche tipiche sono il polline, ottimo ricostituente, il propoli utile come rimedio contro le malattie stagionali e la pappa reale usata come ricostituente.

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 25/08/2014