L’arte vera tragli scarti

Leonardo,_san_girolamo

Cesena è anche nota come città dei Tre Papi, sebbene solo due siano di origine cesenate, il terzo fu  vescovo di Cesena ma era originario di Gravina in Puglia. Due secoli fa, nel 1814, papa Pio VII di origine cesenate, soggiornava nella sua città natia. Pio VII dopo la sua elezione subì gli abusi di Napoleone che, incoronato imperatore, aveva incorporato all’Impero gli Stati Pontifici. Pio VII rispose con la scomunica, fu così fatto prigioniero e condotto a  Fontainbleau. In seguito alla disastrosa campagna di Russia di Napoleone e al suo esilio all’Elba , Pio VII rientrava a Roma fermandosi a Cesena. Dopo i “cento giorni” di Napoleone e la sua definitiva prigionia, Pio VII poté dedicarsi al governo della Chiesa. A lui si deve il ripristino della Compagnia di Gesù e un nuovo impulso all’attività missionaria. L’accoglienza di Cesena a Pio VII fu grandiosa, un grande arco trionfale venne innalzato, mentre la carrozza del Papa, staccati i cavalli   venne trainata da 200 persone. Il Pontefice riceve i marescialli delle potenze straniere e colloquia con Gioacchino Murat. Il Primo maggio apre il mese mariano alla Madonna del Monte, mentre due giorni dopo riceve Maria Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone, e il cardinale Joseph Fesch, zio dell’imperatore. Vediamo un po’ chi era il cardinale Joseph Fesch. Era nato ad Ajaccio nel 1763 e nel 1785 divenne sacerdote. Pochi anni più tardi, preso dal fuoco della Rivoluzione Francese, si liberò dell’abito talare e si dedicò ad affari redditizi ma oscuri, probabilmente trafficava per impossessarsi di qualcosa a cui non sapeva resistere. Poi vi dirò cosa lo prendeva alla gola. Bonaparte che era anche un genio politico ordinò allo zio di rientrare nella Chiesa rendendosi utile, Fesch, non si sa se volentieri o meno, riprese la tonaca e il nipote gli spianò una carriera sfolgorante. Divenne quasi subito cardinale, mentre le onorificenze più prestigiose gli piovevano addosso. Poi tutto cambiò, Pio VII fu imprigionato, Fesch dichiarò la sua totale  docilità al Papa di Roma. L’ira dell’Imperatore fu grande e si trasformò in una persecuzione implacabile. Vessazioni che Fesch, sopportò  serenamente a Roma nel suo palazzo stracolmo di opere d’arte, forse l’unico amore del cardinale. Fesch  giunto in Italia nel 1796  apprezzò talmente tanto l’arte italiana, da iniziare una collezione di opere di artisti come: Bernardo Daddi, Lorenzo di Credi, Giovanni Bellini, Sandro Botticelli, Perugino, Tiziano, Veronese e altri ancora. Il Museo Fesch è situato ad Ajaccio e custodisce una enorme collezione di opere d’arte, comprendente dipinti, sculture, mobili, oreficerie e oggetti per uso liturgico. La raccolta di dipinti italiani è la seconda in Francia, dopo quella ospitata al Museo del Louvre. Pare che il cardinale Fesch avesse una collezione di 17000 dipinti di cui alla sua morte ne restarono poco più di 1000, quelli che andranno al museo di Ajaccio. Al cardinale capitò un evento che dire fortunato è dire poco: il San Girolamo di Leonardo da Vinci appartenuto ad Angelica Kaufmann (1741/1807) una pittrice svizzera, era andato perduto, lo ritrovò proprio il cardinale Joseph Fesch. Il prelato era drogato d’arte, girava come un disperato fra rigattieri, mercanti ed antiquari col terrore che qualcuno si aggiudicasse un capolavoro al posto suo. Naturalmente lo stare in Italia era una pacchia per lui, forse qualche opera se la sarà pure  trafugata. La sua passione fu coronata dal sogno che magari abbiamo fatto tutti, quello di comprare una crosta a poco prezzo e scoprire poi che è un capolavoro. In uno dei suoi giri il cardinale scoprì da un rigattiere una tavola tagliata con un leone, la comprò. A casa non si capacitava di cosa avesse fra le mani. Tornato dal rigattiere vide che questi aveva usato una tavola dipinta per fare un sedile, sconcertato comprò a poco prezzo la sedia. Ritornato a casa si rese conto che le due tavole combaciavano e vi riconobbe il San Girolamo appartenuto alla Kaufmann, che lui conosceva bene in quanto era spesso nel salotto della donna. Il dipinto del San Girolamo venne acquistato nel 1845 da Pio IX dagli eredi del cardinale e destinato da allora ai Musei Vaticani.

 

immagine: San Girolamo di Leonardo

articolo giàpubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 09/03/2015