LA PESCA, UN FRUTTO CON TANTE STORIE DENTRO

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La pescaè un frutto originario della Cina, dove è considerato simbolo di immortalità. Dal lontano Oriente giunge in Persia, paese da cui deriva anche il nome scientifico del frutto Prunus persica, e da lì si diffonde poi in tutto il bacino del Mediterraneo grazie alle conquiste di Alessandro Magno. La pesca è il frutto estivo per eccellenza grazie alle sue caratteristiche organolettiche, alla succosità e alle proprietà dissetanti. Ricorre in numerosi dipinti come attributo della Verità, ma anche come simbolo della Temperanza, perché si riteneva che il suo consumo attenuasse gli effetti di un uso smodato del vino. Secondo una leggenda medievale è un frutto benedetto, perché durante la fuga in Egitto un pesco s’inchinò davanti a Gesù riconoscendo in lui il Messia. La pesca è rappresentata nelle meravigliose Madonne di Carlo Crivelli, come la Madonna della Candeletta, ai cui piedi si trovano una pesca, una brocca colma di fiori, alcune ciliegie, una rosa e la sottile candela che dà il titolo all’opera. Oppure, sempre di Crivelli, la Madonna Lochis, intrigante e dolcissima immagine mariana, dove vi è una grossa pesca contornata di nocciole che simboleggiano la Trinità. Nel celebre trittico di Andrea Mantegna, che si può ammirare nella Basilica di S. Zeno a Verona, vi è al centro, una Madonna con bambino, sulla cui testa stanno appesi, una lucerna in un bicchiere di vetro decorato da un bordo d’oro con pietre preziose, alcuni fili di corallo lavorato e un uovo di struzzo, il tutto contornato da pesche. Le pesche hanno un nocciolo al cui interno, sta una mandorla. La mandorla simbolicamente è la vesica piscis (vescica di pesce), viene associata alla figura del Cristo o della Madonna in Maestà, alludendo al seme in generale, diventa un chiaro simbolo di Vita, ma rappresenta anche la comunicazione fra due mondi, ovvero il piano materiale e quello spirituale, l’umano e il divino. La mandorla amara della pesca, l’armellina, si trova pure nell’albicocca. Le armelline vengono usate in pasticceria, come ingrediente negli amaretti e in sciroppi o liquori. Il loro consumo viene limitato ad un uso aromatico poiché, contengono amigdalina che ad alte dosi, risulterebbe altamente tossico. Ebbene, anche se il dibattito è controverso sembrerebbe che il “veleno” delle armelline sia utile contro la lotta al cancro.

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 08/02/2016