Il Pontefice del Mille

Orient1

Pornocrazia, vendita delle cariche ecclesiastiche, concubinato, alle porte dell’Anno Mille l’ambiguità nella Chiesa la fa realmente da padrona. Occorrono pontefici eccezionali, dalla tempra di ferro, per un ritorno all’ordine e alla legalità. L’uomo che passerà alla storia come Silvestro II, lo sarà, scegliendo il nome del primo papa della storia, (Silvestro I fu papa al tempo di Costantino) sarà il miglior alleato di Ottone III e non   sceglierà autonomamente la nomina dei suoi vescovi che era l’attrito peggiore fra Chiesa e Impero. Silvestro II sarà l’artefice della cristianizzazione dei popoli slavi. Egli sa cosa fare, offre legittimazione e chiede in cambio Fede, affida solennemente la corona di Re d’Ungheria, a Stefano, che è già in odore di santità. Così, dall’Ungheria arriva l’entusiasmo dei nuovi fedeli, i polacchi non saranno da meno. Ora la notte è meno scura, ed i confini più stabili… ma chi era papa Silvestro II? Silvestro II, ovvero Gerberto di Aurillac (950/1003) fu il primo papa francese, emerito studioso, introdusse le conoscenze arabe di aritmetica e astronomia in Europa. La sua grande sapienza fu all’origine di leggende sinistre, che lo misero in relazione con le arti magiche. Silvestro II fu uno dei personaggi storici più controversi, oscuri e chiacchierati mai esistiti. Il futuro pontefice era legato alla Romagna e in particolare a Ravenna perché qui nel 981  in presenza di Ottone II,  di cui era precettore, aveva vinto una famosa disputa filosofica con Otrico di Magdeburgo suo calunniatore, per ciò, venne eletto vescovo di Bobbio da Ottone II, poi vescovo di Reims, quindi arcivescovo di Ravenna, infine papa a Roma. La sua vita fu legata alle “3R”: Reims, Ravenna, Roma. Nacque in una famiglia poverissima, in una zona di Francia chiamata la “terra dei maghi”. Giovanissimo si reca in Spagna e apprende gli insegnamenti dagli eruditi arabi, entrando in contatto con le arti magiche, per far ciò non esita ad abiurare la fede cristiana. Fu Silvestro II che traghettò l’umanità che si aspettava la fine del mondo nell’anno 1000. 31 dicembre 999: la Basilica di San Pietro è stracolma di fedeli in preda al terrore e alla disperazione, attendono la fine del mondo al cospetto del Papa intento a celebrare quella che si teme possa essere l’ultima messa e il papa in questione è un mago, strane voci corrono… ma poco prima di mezzanotte, secondo la leggenda, il Papa sposta il calendario in avanti e cancella di fatto l’Anno Mille, evitando la fine del mondo. Un banale trucco matematico, che sembra funzionare. Nel 1001 Roma è in tumulto, e l’ordine per le strade tocca livelli tanto minimi da costringere Ottone III assieme a Silvetro II a lasciare la città, e a rifugiarsi a Ravenna città a loro fedele … ma Ottone III si ammalò di malaria o forse fu avvelenato, morì non lontano da Roma nell’ennesimo tentativo di sottometterla. Dopo i solenni funerali all’imperatore, Gerberto si installò di nuovo a Roma, nonostante la presenza della famiglia nobile romana dei Crescenzi che guidava le rappresaglie contro gli Ottoni e i pontefici favorevoli all’Impero. Silvestro morì poco dopo (12 maggio 1003), dopo aver celebrato una messa nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme in Roma (anche chiamata“Chiesa di Gerusalemme”), e secondo una leggenda popolare romana, il fatto si verificò in seguito alla maledizione ricevuta da una strega a cui aveva venduto l’anima. Molto più coerente un’altra versione dei fatti che dice Silvestro avvelenato dai nobili romani e dato in pasto ai cani: l’invidia per la  sua grandezza deve essere stata tremenda. È sepolto a San Giovanni in Laterano. Una parte dell’iscrizione sulla tomba di Gerberto  recita “Iste locus Silvestris membra sepulti venturo Domino conferet ad sonitum” (Questo luogo, all’arrivo del Signore, renderà al suono dell’ultima tromba i resti sepolti di Silvestro II) la traduzione errata diede adito alla curiosa leggenda che le sue ossa sbatacchino subito prima della morte di un papa. Altra leggenda è quella che si diffuse negli ambiti della curia romana secondo la quale la tomba si inumidisce alla morte di un cardinale e da essa fuoriesce dell’acqua alla morte di un papa.

immagine: Papa Silvestro II

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 30/11/2015