IL romagnolo che divenne re

Luigi Filippo  romagnolo

Il 17 aprile 1773, a Modigliana, in provincia di Forlì, vedeva la luce una bambina nata da una misteriosa coppia di nobili francesi e contemporaneamente a una coppia del luogo, i Chiappini, nasceva un maschio. Dopo alcuni giorni la coppia di nobili partiva portando con sé non la figlia ma il maschietto romagnolo. La coppia romagnola di fronte a probabili elargizioni aveva ceduto il bambino in cambio della bimba. La coppia francese era formata da Luigi Filippo, pretendente al trono di Francia, e da sua moglie Luisa Borbone Orleans. Luigi Filippo, dopo essere stato eletto Gran Maestro del Grande Oriente della Massoneria francese nel 1771,  aveva aderito alla Rivoluzione francese cambiando il suo nome in “Philippe Egalité” e, eletto deputato, aveva votato a favore della condanna a morte del cugino Luigi XVI, il che non lo aveva salvato dall’essere a sua volta ghigliottinato nel 1793. Luigi Filippo essendo privo di una discendenza maschile colse l’occasione per presentarsi in patria con un legittimo erede maschio, il quale fu registrato come nato e battezzato a Parigi. La famiglia Chiappini, mise a profitto i soldi ricevuti, riuscendo a ritagliarsi un buon posto nella società. La loro figlia, Maria Stella, andò sposa a un nobile inglese e poi ad un barone e visse nel lusso. Alla morte del padre un notaio le consegnò un plico che la informava dello scambio di neonati. Maria Stella si mise alla ricerca dei genitori, scoprì la verità, andò a Parigi infamando il maschietto romagnolo, che nel frattempo, nel 1830, era diventato re di Francia col nome di Luigi Filippo. Il nostro Luigi Filippo fu  stimato dalla borghesia per il fare dimesso e le riforme liberali, mentre i suoi avversari lo bersagliarono per la sua incoerenza e debolezza, ritraendolo sovente con la faccia a pera. Nel 1848 fu costretto ad abdicare, chiudendo poi la sua vita nel 1850 in Inghilterra. Questa assurda storia ne ingloba altre ancora più strane, come ad esempio che Carlo Alberto di Savoia avesse sostituito il figlio morto in un incendio, con il figlio di un macellaio, il sospetto che Chambord, chiamato il “figlio del miracolo” fosse un bastardo, l’arciduca Johann Salvator e il suo fantomatico gemello, per arrivare a Giuseppina di Beauharnais e a Napoleone Bonaparte e i loro presunti legami con il sangue reale dei Merovingi, i primi re dei Franchi, i re taumaturghi, ovvero guaritori, con il solo tocco delle mani. Per accettare un minimo di queste bizzarrie, occorre capire lo scontro, allora in atto in Francia, ma anche altrove, fra gli orleanisti e i legittimisti. Gli orleanisti, continuatori della Rivoluzione del 1789, auspicavano una monarchia costituzionale, non più di diritto divino, mentre i legittimisti rivendicavano la legittimità del potere dinastico spettante per grazia di Dio ed erano molto legati alla Chiesa. I legittimisti, nel 1830, rifiutarono di giurare fedeltà al re “romagnolo” Luigi Filippo, per rimanere fedeli alla linea primogenita dei Borbone, e sostennero, senza successo, la candidatura al trono del pretendente Enrico di Chambord, con il nome di Enrico V. Scrive Georges Lefebvre: “Dietro la rivoluzione dinastica vi fu una rivoluzione politica; la nazione scelse il suo re e gli impose una costituzione votata dai suoi rappresentanti… la minaccia di un ritorno all’ancien regime fu eliminata e la nuova società creata dalla Grande Rivoluzione fu messa al sicuro. La rivoluzione del 1830 è così l’ultimo atto della Rivoluzione cominciata nel 1789”. E tutto questo cosa c’entra con Rennes le Chateau? L’abate di Rennes avrebbe avuto la donazione di 3.000 franchi da Maria Teresa d’Asburgo Este, vedova del conte di Chambord, “detronizzato” dal “nostro” Luigi Filippo, e  successive elargizioni da parte del nipote di Maria Teresa, quell’enigmatico e misterioso arciduca Johann Salvator di Asburgo. Non basta, l’abate Bérenger Saunière, oltre ad aver avuto relazioni con alcuni membri degli Asburgo, potrebbe aver conosciuto un altro inquietante e famoso personaggio dell’epoca Karl-Wilhelm Naundorff , che affermava essere il Delfino di Francia, sopravvissuto alla morte dei suoi genitori, Maria Antonietta e Luigi XVI.

immagine: Luigi Filippo “romagnolo”

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 21/02/2012