IL MIRACOLO DI STELLA MARIS

38 de roberti - pala portuense

Dante Alighieri scrive nella Divina Commedia, al Canto XXI del Paradiso : “… e Pietro peccator fu nella casa di Nostra Donna in sul lito adriano “, con ”Nostra Donna” intende la Madonna Greca di Ravenna.E’un bassorilievo di marmo proveniente da Costantinopoli al quale è legata una leggenda. La raffigurazione è in posa orante con le vesti finemente drappeggiate, presenta undici piccole croci dorate, è nimbata e coronata, in due clipei ribadisce il suo titolo: Madre di Dio. E’ bianca come la neve ma ha tutta la simbologia di una Vergine Nera: è la Stella del Mare, la Madonna che si festeggia la Domenica in Albis come la Madonna del Carmelo di Pagani (Salerno). Pietro degli Onesti appartenente ad una facoltosa famiglia di Ravenna, per umiltà si faceva chiamare “peccatore”, devotissimo alla Madonna, partì da Ravenna ed intraprese un viaggio in Terrasanta, dove rimase sino al 1096. Quando i Saraceni invasero i Luoghi Santi fu costretto ad andarsene. Nel viaggio di ritorno si trovò con il suo imbarco in balia delle onde. Mentre tutti pensavano di perire nel naufragio, Pietro pregava ardentemente la Madonna Stella del Mare promettendole con un voto di erigere in suo onore una chiesa se Lei li avesse salvati. All’istante il mare si calmò e i naviganti approdarono al porto di Ravenna salvi. Pietro adempierà alla promessa fatta alla sua Salvatrice, la chiesa fu presto ultimata e intitolata a Santa Maria in Porto. Poco tempo dopo l’8 aprile 1100, Domenica in Albis,cioè la prima domenica dopo Pasqua, Pietro e i suoi compagni sono in chiesa, quando una luce intensa li sorprende. Escono dalla chiesa e sulle onde del mare, vedono un’immagine di Maria, tra due Angeli che reggono una fiaccola luminosa, galleggiare sulle onde. Nella sua umiltà Pietro non osa avvicinarsi, ma è l’immagine stessa che gli corre tra le braccia. Questa Madonna è molto amata e venerata dai ravennati e sarebbe giusto che i milanesi, più precisamente la Pinacoteca di Brera restituisse la Pala Portuense trafugata  e mai restituita. Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia( 1805/1814) e figlioccio di Napoleone volendo fare di Milano ciò che Napoleone stava facendo di Parigi, derubò a man bassa tutte le opere d’arte più belle dalle altre città, per portarle a Milano. Con la nascita del Regno d’Italia, la pinacoteca  di Brera si arricchì a dismisura, in modo da diventare il “piccolo Louvre” d’Italia. Andrea Appiani, artista neoclassico fu colui che condusse le diverse “rapine legalizzate”, in tutto il regno trasportando nel capoluogo quasi tremila opere d’arte. Caduto Napoleone, le opere non sono mai tornate ai luoghi per le quali erano state create. La pinacoteca di Brera ha così tante opere che molte sono nei suoi magazzini ed altre in deposito in varie chiese della Lombardia. La Pala Portuense è una raffigurazione del miracolo della Madonna Greca, è un’opera straordinaria di Ercole de’ Roberti,esponente di spicco della scuola ferrarese del Rinascimento. Eseguita  nel 1479/1481, a sviluppo verticale ricorda come impianto prospettico il Mausoleo di Teoderico. La Vergine è assisa in trono, alla base  sono finemente  rappresentate storie dell’infanzia di Gesù simulando dei bassorilievi. Tutta la corposa intelaiatura è finemente decorata, ma lo straordinario è la visione di un mare in tempesta con un’improbabile Ravenna fra le colline (o forse sono dune), che occhieggia impertinente fra le colonnine che sorreggono il trono della Vergine. La straordinaria vista di Ravenna è da annoverare fra i primi panorama famosi: le vedute alle spalle dei duchi di Urbino di Piero della Francesca( 1465/1472) e i paesaggi di Giorgione e di Leonardo. Ercole de Roberti era ferrarese e qui aveva certamente conosciuto Piero della Francesca, di cui non mutua la linea morbida, anzi peculio di Ercole è la linea dura e spigolosa dei ferraresi, ma certo ne afferra la spazialità. Nella Pala il panorama rammenta  il miracolo di Pietro degli Onesti, raffigurato accanto alla Madonna con Sant’Agostino, Sant’Elisabetta e Sant’Anna. Tutto in questa Pala parla di Ravenna, dalla devozione, ai personaggi, persino Dante ricorda la Madonna sul lido adriano…  cosa fa allora a Brera?    

immagine: Pala Portuense di Ercole de Roberti

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il 20/01/2014