Il focoso Felice Giani

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Felice Giani (1758-1823) fu uno degli artisti preferiti dalla nobiltà e dai facoltosi filofrancesi della sua epoca.    E’ stato un pittore e decoratore di interni, uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo, il movimento artistico e culturale del XVIII secolo, manifestatosi in Europa per reazione al Barocco e al Rococò, caratterizzato dal ritorno alle forme classiche. Definito “il più focoso talento italiano vissuto tra i secoli XVIII e XIX”, Giani conduceva una vita “irregolare”, girovaga e bohemién. Aveva un vertiginoso ritmo lavorativo che non rallentò mai. A Roma Giani fu il punto di riferimento di giovani artisti di varie nazionalità, si chiamavano “l’Accademia de’ Pensieri”, competevano fra loro per il disegno più irriverente: un esempio è quello di “Dante e Beatrice che assistono a un baccanale”, oggi in collezione privata a Bologna. Giani rivisita in chiave eclettica i dettami della classicità, niente è pomposo, niente è severo, la sua bellezza è sempre un po’ impudente, al punto di decorare sontuosamente sia il salone da ballo che il bagno del palazzo; basta visitare lo splendido Gabinetto d’amore in Palazzo Milzetti per comprenderlo. Lavoratore febbrile, disegnatore inesauribile, Felice Giani nasce a San Sebastiano Curone, (Alessandria) dopo i primi anni di apprendistato a Pavia, passa a Bologna da cui attinge ad alcune suggestioni della cultura figurativa: i Carracci, e i fratelli Gaetano e Ubaldo Gandolfi.  Dal 1780 al 1786 è a Roma, frequenta l’Accademia di San Luca, si dedica con passione allo studio dell’Antico riempiendo fitti taccuini di annotazioni e disegni tratti dalla Domus Aurea, da Villa Adriana e dalle Terme di Tito e più tardi,visiterà anche Napoli, Ercolano e Pompei. Il suo stile figurativo imita, sia per velocità che per ornato la pittura murale del periodo della Roma imperiale, con temi mitologici e grottesche che rimandano alla Domus aurea di Nerone. L’iconografia della grottesca deriva dai fregi della Domus aurea le cui volte, sepolte sotto le rovine delle terme di Traiano e di Tito, furono esplorate come grotte (e di qui il nome) dagli artisti del Rinascimento; il motivo dominante è costituito da forme vegetali di fantasia, intrecciate a figure umane, ad animali, a maschere, armi, inserite in elementi architettonici e prospettive eseguite a stucco o ad affresco. Giani raccoglie anche il fascino dei grandi pittori del ‘500 e del ‘600, rimarrà folgorato dalle Logge vaticane di Raffaello. Non a caso, infatti, nel 1788 Giani collaborerà alla riproduzione integrale delle Logge, volute dalla zarina Caterina II per il suo Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo.La sua prima vera commissione, fu nel 1786, a Faenza  dove dipinse la Galleria dei Cento Pacifici, conclusi i lavori, il successo fu tale che da quel momento non ci sarà più sosta né pausa, le richieste si susseguiranno, frenetiche, fino alla sua morte. Tra il 1789 e 1793 è a Roma, a Palazzo Altieri, poi a Villa Borghese e quindi a Palazzo Chigi, nel 1794 è di nuovo a Faenza impegnato nella decorazione della Galleria di palazzo Laderchi, questa volta supportato da una organizzatissima bottega che lo seguirà, d’ora in poi, in ogni sua impresa. Ne faranno parte Gaetano Bertolani, Antonio Trentanove, i fratelli Ballanti Graziani, Pietro e Marcantonio Trefogli. Qui sta la novità: Giani progetta, anzi, ripensa l’intero ambiente, sino ai singoli elementi: ornato, stucchi, ebanisteria, arredo, disegnava tutto nei dettagli per poi lasciare l’esecuzione ai suoi aiuti, mentre lui dipingeva le volte e le pareti di luminose tempere. Palazzo Milzetti, a Faenza, è uno dei suoi capolavori, commissionato dal conte Francesco Milzetti, che era al servizio di Eugenio Beauharnais (vicerè d’Italia e figlioccio di Napoleone), è un ambiente meraviglioso e raffinato, ha decorazioni in stile pompeiano e una capacità narrativa straordinaria. Giani fu l’interprete dei gusti e delle aspirazioni della classe allora in ascesa, legata alla politica francese e alla massoneria, che seppe glorificare, e quindi legittimare. Tra 1802 e 1822, Giani si sposta in tutta la Romagna, da Faenza a Cesena, Forlì, Imola, Rimini e Ravenna.

 

immagine: Felice Giani a Palazzo Milzetti (Faenza)

articolo già pubblicato sul quotidiano:”La Voce di Romagna” il giorno 27/07/2015