Il dolore e il sorriso di Giorgio Celiberti in mostra

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Sino all’11/12/ 2015 sarà visibile a Ravenna al Museo Nazionale la mostra “La Passione e il Corpo della Storia” di Giorgio Celiberti. E’ lodevole far dialogare e mettere a confronto le opere antiche con quelle  odierne, anche perché l’arte è sempre un disfare e un rifare. La mostra non è molto grande ma vi è il percorso di Celiberti dagli anni ‘70 ai giorni nostri. Parte dalla svolta dell’artista nata dal dolore. Quando Celiberti arriva nel 1965 in visita  al lager di Terenzin vicino a Praga, dove erano morti 1500 bambini ebrei, rimane scioccato e fulminato dal dolore che l’uomo può creare. “Lager” e “Tabelle” sono lavori grigi  e spenti come cenere, graffiti con delle  X che paiono più che lettere o numeri, croci di Sant’Andrea, seguono i “Fiori” pietrificati e fossili, e  i “Muri” densi e corposi. Con “Finestre porte e stele”, c’è un ricordo  dell’antico, di tombe funerarie che proteggono corpi che ormai possono essere solo in un’altra dimensione. Infine i graffiti in bianco e nero de “La Passione” opera quasi monumentale creata per Ravenna, l’artista spiega che è rimasto affascinato dal Mausoleo di Teodorico, dalle sue porte e finestre e non poteva essere che così, un simbolo del potere che parte con buoni propositi politici per finire in una crocifissione:  Teodorico avvelenato e il suo corpo disperso… sempre e per sempre la pietà è accoppata. Giorgio Celiberti è nato a Udine nel 1929,  interviene ai grandi eventi dell’arte contemporanea. Partecipa giovanissimo alla  Biennale di Venezia del 1948, dove c’erano anche Picasso e Matisse. Si sposta tra Parigi, Londra e Roma.Italo Calvino individua nella sua pittura “il peso doloroso della vita” e non si sbagliava. L’artista era presente all’inaugurazione ed ha avuto parole lusinghiere per la città e i suoi abitanti, mi hanno colpito la sua dolcezza, i suoi occhi cerulei che emanavano un alone di bontà e il suo sorriso, mi sono così incuriosita e mi sono avvicinata. “Maestro, io conoscevo le sue opere, ma non Lei, sono rimasta stupita dal dolore che invade i suoi lavori, mentre Lei invece sorride sempre, mi aspettavo di vederla un po’ abbattuto”. “Nei miei lavori metto il dolore del mondo, lo denuncio, ma poi devo sorridere, sorridere anche per chi non può farlo”. “Maestro le sue parole mi hanno creato il “magone”, ha detto una cosa fantastica trovare la forza di sorridere per chi non può farlo … posso baciarla”?.

immagine: “La Passione” di Giorgio Celiberti

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 20/10/2014