Il cibo nell’arte XXVII parte

Il Settecento è il secolo dei Lumi e della Rivoluzione Francese, vi sono molti cambiamenti culturali anche nella cucina e negli alimenti vi è una trasformazione, la Francia continua a primeggiare ma se nel Seicento vi era la gastronomia aristocratica contrapposta a quella semplice dei popolani, ora si affianca la cucina della borghesia, meno raffinata di quella dei nobili, ma ricca di carne e con la stessa passione per le bevande come caffè, the e cioccolata, continuando l’uso degli alcolici quali il vino, la birra e il sidro.

Pietro Longhi-Il banchetto a Casa Nani, nominato in onore del loro ospite, Clemente Augusto, arcivescovo elettore di Colonia, il 9 settembre 1755

Pietro Longhi (1702 –1785) è un pittore veneziano molto noto per le sue scene di genere assai realistiche, ritrae gli eventi, le occasioni e i modi dell’aristocrazia veneziana ma soprattutto riprende le scene di vita quotidiana del popolo e dei borghesi. Così è possibile mettere a confronto lo svolgimento di un banchetto con quello di un pranzo quotidiano in villa o il momento in cui il nobile era ospite di un suo fittavolo durante un pranzo contadino, i dipinti testimoniano anche l’usanza dell’aristocrazia veneziana che durante l’estate si spostava in campagna, presso le ville che si erano costruiti sul Brenta, oggi Patrimonio Unesco.

Pietro Longhi- Pranzo in villa- Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano

Longhi ritrae principalmente la borghesia veneziana, ma al suo sguardo vorace e curioso non sfugge nulla, con un’attenzione ai particolari assai precisa e meticolosa, dai salotti dei nobili, agli svaghi e ai pranzi dei borghesi, alla gente comune come le lavandaie o ad una tavolata dove si impiatta la polenta, dipinge una cronaca dove i personaggi ci appaiono come figurine di un laico presepe rococò; al Barocco imponente e ridondante, si sostituì l’effimero Rococò, che dalla corte di Re Luigi XV si diffuse in tutta l’Europa del Settecento… Rococò in cui tutto, a partire pure dal nome, appare come un sogno leggero e vezzoso.

Pietro Longhi- Pranzo in campagna- Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano

Longhi ritrae anche tutta una serie di personaggi che arrivavano durante il carnevale, cavadenti, maghi, e ciarlatani e poi i divertimenti, le curiosità e le stranezze, un suo famoso dipinto raffigura un grosso animale, questa volta non come cibo ma come attrazione esotica, un rinoceronte chiamato Clara arrivato dall’India per il carnevale del 1751.

Pietro Longhi- Il rinoceronte- Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano

Le opere del Longhi ci appaiono vive e teatrali, quasi come un film, anzi come scene teatrali, visto che il Settecento è il secolo di Goldoni di cui Longhi era grande amico.

Osservando le scenette di Longhi si intuisce ciò che avviene anche in altri luoghi alla moda, infatti Venezia in questo periodo stava vivendo anni luminosi e influenzava il gusto e la moda con l’arte del lusso, della musica e del teatro, fu un po’ il canto del cigno perché alla fine del secolo con Napoleone e il Trattato di Campoformio si concluse la lunga storia della Serenissima.

Pietro Longhi- La polenta- Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano

Relazioni e scambi fra Venezia e Parigi furono frequenti, lo stesso Goldoni nel 1762 si trasferisce a Parigi e arriva a Versailles dove riesce a stupire la modaiola corte francese che si aspettava la commedia dell’arte ‘classica’ (zeppa di maschere e di recitazione surreale ed improvvisata) e si trovò di fronte la sua riforma del teatro che riproduceva platealmente la società contemporanea… il teatro verosimile.

Jan Baptist Lambrechts- banchetto e scena di danza- inizio XVIII secolo

Seppur lontani gli ambienti e i riti si assomigliavano, il fiammingo Jan Baptist Lambrechts (1680 -1731) rappresenta le scene di vita quotidiana del Nord Europa e non vi si trovano grosse differenze con le scenette del Longhi, se non che quest’ultimo era dotato di una tecnica più precisa e intrigante.  (Continua)