Gli Ottoni Periodo d’oro

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Attorno all’anno Mille, Ravenna fu la capitale effettiva del regno d’Italia, i tre Ottoni vi tennero sinodi,  placiti e vi si decideva chi doveva essere papa, carica a quei tempi molto pericolosa. Silvestro II, papa assai legato a Ravenna, fu ucciso dai nobili romani invidiosi della sua sapienza e dato in pasto ai cani, mentre anno più anno meno, all’antipapa Giovanni XVI le cose andarono ancor peggio. Vediamo un po’ come andarono le cose. Giovanni Filagato fu antipapa col nome di Giovanni XVI dal 997 al 998, era nato a Rossano in territorio allora bizantino. Nel 996 Ottone III sostenne l’elezione di papa Gregorio V che era suo cugino. Gregorio V successe a Giovanni XV (papa patrocinato dalla nobiltà romana di cui si diceva avesse regnato due volte, e che oggi viene omesso dalla lista dei papi), all’età di soli ventiquattro anni. A Roma Ottone III organizzò l’elezione del cugino a papa come Gregorio V e questi incoronò Ottone III imperatore. Ottone III aveva un sogno: l’ideale della “Renovatio Imperii”, acquisito dal suo precettore Gerberto di Aurillac futuro papa Silvestro II. Ottone III divenne imperatore a soli tre anni e a quindici anni non aveva più parenti stretti, la nobiltà romana approfittò di questo vuoto di potere per scacciare Papa Gregorio V, con lo zampino della famiglia Crescenzi. Giovanni Crescenzi, il cui titolo di patricius  gli era stato confermato dalla madre di Ottone III, amministrava la giustizia civile assieme al fratello in un vero e proprio traffico di leggi, screditando l’autorità di papa Gregorio e sostenendo un altro papa nella persona dell’antipapa Giovanni XVI. Ottone III ebbe una vita fatta di continui spostamenti fra Roma, Ravenna e Aquisgrana; mentre era assente da Roma per combattere contro gli slavi, spodestarono il “suo papa” per fare salire al soglio il “papa dei Crescenzi”. Ottone cercò di sbrigarsi per tornare a Roma a difendere i suoi diritti di legittimo sovrano e rimettere Gregorio V al suo posto. Si fermò a Pavia per essere incoronato re d’Italia poi con un’imponente armata che raccoglieva forze da tutte le province germaniche si fermò a Ravenna, quindi passò  a Roma che facilmente cadde. L’antipapa Giovanni XVI fuggì mentre i Crescenzi  si asserragliavano in Castel Sant’Angelo resistendo strenuamente. Crescienzo Crescienzi fu catturato, decapitato e il cadavere senza testa precipitò  dagli spalti del castello. Giovanni XVI, l’antipapa, fu mutilato tagliandogli il naso e le orecchie,  cavandogli gli occhi, amputandogli anche le mani e la lingua, fu poi deposto pubblicamente di fronte ad Ottone III e a Gregorio V, rivestito degli abiti e delle insegne papali, poi spogliato e come se non bastasse il prigioniero, venne posto a cavalcioni di un asino con il capo rivolto all’indietro e con la coda in mano, rivestito di un ridicolo copricapo, dopodiché fu rinchiuso in un monastero romano, sembra che Ottone abbia avuto molti rimorsi per ciò … mi sembra il minimo. Sebbene Giovanni XVI non sia stato riconosciuto come papa legittimo e il successivo papa Giovanni assunse la numerazione pontificale XVI, diversi cataloghi storici considerarono l’antipapa legittimo papa, questa correzione errata non venne mai rettificata così Giovanni XVI  idealmente diviene papa, forse una piccola consolazione per quello che aveva sofferto, a me piace pensare così. Più tardi ci fu un altro errore, si saltò un Giovanni XX e si passò direttamente al XXI. Per questi motivi il più recente papa col nome Giovanni, Angelo Roncalli (il papa buono) è stato in effetti solo il ventunesimo pontefice legittimo con questo nome. L’elezione di Giovanni XVI come antipapa contro Gregorio V, si spiega con la lotta politica della nobiltà romana contro l’espansione del potere imperiale a Roma. Ottone III riportato al potere Gregorio V si trasferì a Ravenna, dove fece eleggere vescovo della città l’intellettuale più brillante dell’epoca: il futuro papa Silvestro II.

 

 

 

immagine: antipapa Giovanni XVI

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Ravenna” il giorno 16/11/2015