ENRICO PAZZI E LA STATUA DI DANTE ALIGHIERI

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Enrico Pazzi, scultore un po’ retorico, ma assai impetuoso, nacque a Ravenna nel 1818, frequentò la locale Accademia di Belle Arti. Appartenne alla più importante loggia massonica fiorentina, la Concordia. Fra le sue opere più significative troviamo, la statua equestre in bronzo di Michele Obrenovitsch, le statue di Girolamo Savonarola e quella di Dante, rispettivamente collocate a Firenze in piazza San Marco e in piazza Santa Croce e il monumento a Luigi Carlo Farini eretto nel 1878 nel piazzale della stazione di Ravenna, distrutto durante i bombardamenti del 1944, tutt’oggi è ricollocata una copia. L’illustre uomo politico e scienziato non pare a suo agio in mezzo al traffico, Farini era un uomo metodico, riflessivo non da invettive. Pazzi tornò a Ravenna e lasciò alla sua città natale una raccolta di oggetti d’arte. Morì a Firenze nel 1899. Dante Alighieri, durante il Risorgimento,fu considerato il padre ideale dell’unità nazionale. Pensate che le terre irredente, quelle rimaste fuori dal processo di unificazione, partecipavano, anche loro, al “culto” di Dante, riferisce Santino Muratori, “Trieste diede l’ampolla votiva, fusa con oggetti d’argento di domestico uso offerti dalle donne e dai fanciulli di quella città e di tutto il così detto ‘Litorale’; Fiume diede l’anello d’argento su sui posa l’anfora; la colonna alabastrina che serve da piedistallo fu tratta da un masso delle grotte del Carso”… Pazzi nel 1851 aveva eseguito un bozzetto di Dante con il proposito di farne una copia in marmo da offrire al Municipio di Ravenna che però rifiutò l’offerta, causa l’enorme spesa, probabile che il diniego provenisse dal governo pontificio, un esecutore massone e Dante ripreso mentre pronunciava la famosa invettiva “Ahi, serva Italia di dolore ostello”, non poteva piacere alla Chiesa. L’opera finì in piazza Santa Croce a Firenze. Nella statua Dante è effigiato in piedi, incoronato d’alloro, corrucciato, con gli occhi bui, sorregge con la mano destra la Divina Commedia e ha vicino un’aquila. Il basamento è a pianta quadrata, agli angoli poggiano quattro leoni. Sarebbe bello,traslocare la statua del Farini in un luogo più idoneo, al suo posto mettere una copia della statua di Dante del Pazzi: la stazione, i viaggiatori, i perditempo, accolti o ammoniti dal suo sguardo severo. Ravenna non ha una statua imponente del suo più noto cittadino.

 

immagine: particolare statua Dante di Enrico Pazzi

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 29/02/2016