DUE CARBONARI CESENATI

NellAnno_Signore_(1969)

Roma 1825: tentato omicidio al nobile carbonaro Filippo Spada, è colpevole di aver tradito la causa. Due carbonari Leonida Montanari e Angelo Targhini, vengono accusati del misfatto tramite un delatore, sono condannati a morte. Ricevono in cella le visite di un frate confessore (Alberto Sordi) che vuole indurli al pentimento. Ma ogni insistenza è vana, i due rivoluzionari, insensibili ai richiami della fede, arrivano a farsi beffa del monaco, che non si arrende. La vicenda si svolge nella Roma papalina nell’anno del Giubileo, teatro di intrighi politici e di oscurantismo religioso. Più che nei rivoluzionari, il popolo si riconosce in Pasquino,(una delle statue ‘parlanti’ di Roma ) che veste le spoglie di un ciabattino, Cornacchia (Nino Manfredi), “voce” di Roma e misterioso autore delle prose satiriche contro le autorità pontificie. Leonida e Angelo per un momento si illudono, che il popolo si ribelli allo stato di polizia e si allei dalla loro parte: ma i popolani, al contrario, stanno protestando perché vogliono assistere all’esecuzione ed anzi si lamentano perché l’evento viene ritardato. Nonostante tutti gli sforzi degli amici, Targhini e Montanari vengono ghigliottinati dal boia del papa, Mastro Titta. Morendo, Montanari si dichiarò “innocente, frammassone ed impenitente”. L’esecuzione fu in Piazza del Popolo, furono sepolti nella terra sconsacrata dove finivano i suicidi, i ladri, i vagabondi e le prostitute. I romani, colpiti dalla vicenda dei due giovani, li adottarono dopo la morte, tanto da ritenerli figli della città eterna e da dimenticare, nel tempo, le origini forestiere dei due. Forse avrete riconosciuto la trama del bel film di Luigi Magni : “Nell’Anno del Signore” ma è anche il resoconto di un fatto realmente accaduto e i due carbonari giustiziati erano di Cesena. Targhini, di madre cesenate e di padre bresciano, era cuoco di Pio VII. Montanari era di Cesena, era di povera ma onesta famiglia; a 24 anni era già medico chirurgo, era bello e gentile. Pieno di amor patrio, non riconosceva la corona bensì era fedele alla Repubblica, così è descritto. Si trasferì a Rocca di Papa, vicino a Roma, per esercitare la professione. Targhini e Montanari sono considerati i primi martiri del Risorgimento italiano. Nel 1887 il Comune di Cesena volle ricordare il sacrificio di Montanari con un medaglione realizzato da Tullio Golfarelli, scultore e pittore cesenate. La lapide è affissa sotto i portici del Palazzo Comunale un tempo sede dei rappresentanti pontifici, ancora oggi intitolato al Cardinale Albornoz. L’edificio è situato in Piazza del Popolo, dove al centro vi è la cinquecentesca fontana del Masini, l’architetto cui la leggenda vuole gli fossero poi amputate le mani per evitare replicasse l’opera altrove,(certamente una fandonia, ma dimostra l’amore dei cesenati per la fontana). In un’altra Piazza del Popolo, a Roma in onore dei due giovani fu affissa una lapide, fortemente voluta, nel 1909, dal sindaco di Roma Ernesto Nathan. Ernesto Nathan (Londra 1845/ Roma 1921) è stato un politico italiano, sindaco di Roma dal 1907 al 1913. Ebreo, di origini anglo-italiane, massone, laico e anticlericale, ricoprì più volte la carica di gran maestro del Grande Oriente d’Italia. Un aneddoto famoso narra che, neoeletto sindaco, a Nathan venne sottoposto il bilancio del comune per la firma. Nathan lo esaminò attentamente e, quando lesse la voce “frattaglie per gatti”, chiese spiegazioni al messo che gli aveva portato il carteggio. Questi rispose che si trattava di fondi per il mantenimento di una torma di gatti che serviva a difendere dai topi i documenti custoditi negli uffici. Nathan prese la penna e cancellò la voce dal bilancio, spiegando allo stupito funzionario, che da allora in poi i gatti del Campidoglio si sarebbero dovuti sfamare coi topi e nel caso non trovassero i topi, veniva a cessare anche lo scopo della loro presenza. Da questo episodio deriverebbe il detto romanesco Nun c’è trippa pe’ gatti. Nathan era uomo di rigore ed etica di primo ordine, la madre era una fervente mazziniana. Voci di gossip ottocentesco lo dicono figlio illegittimo di Mazzini.

 

articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 29/02/2016