Dolce nome di Romagna

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La Romagna è una regione storica dell’Italia fin dall’VIII secolo. Dal 1861 con la costituzione del Regno d’Italia cessò di esserlo. Nonostante i continui attacchi l’Esarcato bizantino resistette ai Longobardi.   L’Esarca, che aveva sede a Ravenna, difese strenuamente il territorio dell’Esarcato che rimase l’unica regione della Pianura Padana con leggi, usi e costumi di derivazione romana. Mentre infatti nel resto della pianura i Longobardi dopo il loro arrivo introdussero nuove unità di misura (che sono alla base delle attuali misure agrarie tradizionali), in Romagna si mantennero in uso più a lungo le misure romane. Il territorio sottomesso ai Longobardi venne definito Langobàrdia (poi Lombardia), l’Esarcato divenne la “Romandíola”   (che significa ‘residua terra dei romani’). Secondo lo storico dell’arte francese Henri Focillon (1881/1943)  l’Arte Romanica deriva dall’Arte Bizantina di corte unitamente ad altri ambienti rurali e barbari. Già verso la metà del primo millennio nelle pievi delle campagne tra Ravenna e Forlì il Romanico aveva raggiunto i suoi caratteri definitivi che dureranno per secoli. “Romània” da cui Romagna (nei testi in volgare la forma più usata fu Romagna, e tale rimarrà) giustificherebbe l’appellativo di Arte Romanica. Il Romanico è quella fase dell’Arte Medievale europea sorta nell’alto Medio Evo e sviluppatasi a partire dal X secolo fino al sorgere dell’Arte Gotica. L’Esarcato cadde nel 751, i Longobardi conquistarono la Pentapoli: Forlì, Forlimpopoli, Classe, Rimini, Cesena e Ravenna, (anche se esisteva una Pentapoli più estesa che comprendeva parte delle Marche). Papa Stefano II, temendo che i Longobardi scendessero a Roma chiese aiuto a Pipino il Breve di Francia. Quest’ultimo arrivò col suo esercito sconfisse i Longobardi ed assegnò il territorio al Papa. Nel 774 il figlio di Pipino, il famoso Carlo Magno sottomise definitivamente i Longobardi, e confermò l’appartenenza  dell’ex Esarcato alla Santa Sede. Quando nel 774 Carlo Magno riportò la vittoria definitiva sul regno dei Longobardi la storia aveva già fatto il suo corso: i territori un tempo appartenuti ai Longobardi si chiamarono definitivamente “Longobardia” e i territori dell’Esarcato si chiamarono definitivamente “Romandiola”. L’Imperatore aveva liberato i Bizantini dai Longobardi, attribuito il nome alla Romagna, ma poi la sottomise a Roma. A questo punto la Chiesa ravennate preoccupata della sua indipendenza, invita Carlo Magno in città. Gli arcivescovi locali rivendicano gli antichi privilegi concessi dall’imperatore bizantino, che aveva riconosciuto alla Chiesa ravennate l’indipendenza da Roma. Nel 784 l’arcivescovo Grazioso accolse Carlo Magno con i dovuti onori a Ravenna. A Carlo Magno furono donati i mosaici ed i marmi dell’ex  Palazzo degli Esarchi, ormai abbandonato, che sorgeva sull’ex Palazzo di Teodorico, sembra si portasse via anche il Regisole. Forse fu un dono del vescovo Grazioso, ma era ugualmente un esproprio in quanto i territori dell’Esarcato avevano perduto l’indipendenza ed erano costretti ad elargire regalie per ottenere la protezione dell’Imperatore. Il Regisole era un monumento la cui l’origine non fu mai  risolta, alcuni ipotizzano che si trattasse della statua equestre di Teodorico, portata ad Aquisgrana da Carlo Magno altri che si trovasse a Pavia. E veniamo a Carlo Magno, nel 2014 si sono festeggiati i 1200 anni dalla sua morte, è stato ricordato in vari luoghi, ad Aquisgrana, ad esempio, con una bella Mostra con opere prestate anche dal Museo Nazionale di Ravenna. L’imperatore fu incoronato a Roma la notte di Natale dell’800 da papa Leone III, nel 1165 è stato canonizzato, nonostante la vita privata assai disdicevole, da parte dell’antipapa Pasquale III (bisognerebbe chiedersi se il titolo di Santo vale anche se elargito da un antipapa). Nell’803 Carlo Magno rinnovò la promessa di donazione e s’impegnò a proteggere tutta l’area dell’ex Esarcato, che chiamò Romandiola. Il termine fece la sua prima apparizione assoluta in un documento ufficiale … quindi quest’anno sarebbero 1212 anni dell’esistenza formale e pubblica della Romagna .

 articolo già pubblicato sul quotidiano “La Voce di Romagna” il giorno 16/03/2015