“CERCAR MARIA PER RAVENNA” LE ORIGINI DI UN DETTO

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“Cercar Maria per Ravenna”, tutti sanno quello che vuol dire e tutti ne danno una versione diversa. Questo modo di dire è in uso da lungo tempo e non si sa bene come ma è pure usato da Miguel Cervantes  nella stesura del Don Chisciotte, scusate se dico poco.  La storia del “cercar Mariola” o  “Maria”per Ravenna, è un modo di dire popolare risalente al Medioevo, il cui significato è relativo ai tempi. A volte ha il senso di cercare cosa che si sa di non poter trovare altre volte  significa una cosa scontata.  Un dizionario del dialetto veneto ( 1829) ci spiega:  “cercar Maria per Ravenna”  significa cercare il mare dove non c’è, un tempo Ravenna era circondata dal mare che poi si è ritirato. “ Istoria di Maria per Ravenna” scritta nel XV secolo, è un poema boccaccesco in ottave, si conserva nella Palatina di Firenze, ci illustra il significato del proverbio, almeno in quei tempi. “Un ricco ed anziano signore, pensò di prendersi in sposa una giovane e bella fanciulla. La bella Ginevra era già infatuata di un aitante giovanotto: Diomede. Ma l’anziano forte del suo denaro impalmò la bella Ginevra. Capitò poi che il marito dovette allontanarsi per questioni di lavoro. Consapevole dei rischi che correva nel lasciare incustodita la mogliettina si mise a cercare una fantesca fidata. Nel frattempo Diomede, saputo della cerca del vecchio marito, si travestì da donna, si diede il nome di Maria e con intrallazzi vari, riuscì a mettere in giro la fama di essere la fantesca più fidata e sicura della piazza. Il vecchio volendo la persona più fidata, incappò proprio nel Diomede mascherato da Maria. Il marito partì felice e sicuro sulla fedeltà della moglie, mentre quest’ultima si dava alla pazza gioia con Diomede/Maria. Dopo qualche mese il marito tornò, la pacchia finì, anzi il vecchio cominciò a fare il filo alla Maria. Tanto fece e tanto brigò che l’anziano signore, riuscì ad accantonare la Maria e ad infilargli una mano tra le gambe… urlando inviperito la ritirò fulmineo. Ci fu un gran trambusto, ma svelta Ginevra lanciò un pugno di fave secche ai piedi del marito, il quale scivolò, sbatté, la testa e morì. Diomede e Ginevra vissero felici e contenti  con i soldi del marito”. Quindi sarà bene andare cauti a cercar la Maria…  

 immagine: Maria e il suo cavaliere sulla torre di Ravenna in via Paolo costa

articolo già pubblicato sul quotidiano  “La Voce di Ravenna” il giorno 24/03/2014

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